FOLLONICA – Il villaggio Merse, il piccolo borgo minerario nato ai primi del Novecento vicino a Boccheggiano, intorno al Pozzo Serpieri e agli edifici industriali per accogliere le famiglie dei minatori, è al centro della mostra che dal 7 al 14 ottobre sarà ospitata all’interno del Casello Idraulico di via Roma a Follonica.
L’evento è organizzato dal Forum del Volontariato con il sostegno e il patrocinio del Comune di Follonica e del Comune di Montieri e con la partecipazione del Parco Nazionale delle Colline Metallifere e di Eni Rewind. “Il villaggio che non c’è più”, questo il titolo della mostra (aperta tutti i giorni dalle 17 alle 19), vedrà la presenza di un plastico del villaggio delle Merse e dei documenti e reperti delle miniere delle Colline Metallifere.
L’inaugurazione della mostra si terrà sabato prossimo, 7 ottobre, alle 17, mentre il sabato successivo, 14 ottobre, alle 16.30, verrà organizzato un incontro con le autorità e gli esperti del tema. Ad introdurre il pomeriggio di dibattito sarà Paolo Santini, presidente del Forum del Volontariato di Follonica, seguiranno poi i saluti del sindaco di Follonica Andrea Benini, del sindaco di Montieri Nicola Verruzzi e della presidente del Parco delle Colline Metallifere, Lidia Bai. L’incontro sarà moderato da Antonio Nozzoli, autore del volume “Il villaggio che non c’è più”, dedicato proprio alla storia del villaggio Merse. Durante il pomeriggio interverranno la direttrice del Parco delle Colline Alessandra Casini, Silvano Polvani e il program manager di Eni Rewind Sandro Olivieri. Verranno portante anche delle testimonianze degli ex minatori e abitanti del villaggio minerario che saranno alternate dalla lettura a cura di Roberta Borgianni di brani tratti dal volume di Nozzoli. L’evento vede il contributo musicale di Dario Canal.
«Ringrazio Antonio Nozzoli per l’immediatezza e la sensibilità con cui riporta lo spaccato di un mondo perduto, di un “Villaggio che non c’è più” – commenta il sindaco Andrea Benini –. Sono piccoli racconti di vita quotidiana delle Merse, un villaggio minerario della Montecatini, inghiottito dal tempo e dai rovi, ma che Antonio fa rivivere nei ricordi, dando anima alle persone, da Padre Buganè ad Ado Pericci, immortalando con delicatezza e sensibilità delle istantanee emotive, dall’esperienza esaltante delle riprese del film con Claudia Cardinale alla bottega di Agostino, dove si pagava con la fiducia; dalla ‘panierina’ di metallo, per evitare che il pranzo, giù in miniera, se lo mangiassero i topi, al Dopolavoro aziendale, il ‘circolino’, l’unico luogo di svago del villaggio».
«Per noi, che fieramente discendiamo da una tradizione mineraria secolare che ci ha visto tra i principali esportatori europei di argento in epoca medievale e sede di una delle miniere più evolute del vecchio continente con Campiano in epoca moderna – commenta il sindaco Nicola Verruzzi – è senz’altro una gioia nonché un onore raccontare, in contesti fuori dal nostro territorio, momenti di vita passata e rievocare realtà, storie e periodi sciaguratamente e drammaticamente cancellati con la fine dell’epoca mineraria. C’è in noi il dovere ed il piacere del ricordo che si ammanta però dell’ostinazione e della perseveranza di raggiungere gli obiettivi di questo tempo, come la realizzazione delle opere di bonifica mineraria, messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio archeominerario che dopo un lavoro enorme, e dopo molti anni, stanno finalmente vedendo la luce».
«In una realtà che tende in modo rapido a cancellare momenti importanti della storia di un territorio – commenta Paolo Santini – è essenziale riconoscere e valorizzare la testimonianza di quanti ancora ne serbano il ricordo e provare a trasformarlo in memoria condivisa. È quanto si propone di fare, in maniera molto parziale e nei limiti della prospettiva, la Mostra con conferenza e dibattito, organizzata dal Forum per il Volontariato di Follonica nell’ex Casello idraulico».
«Desidero sottolineare la rilevanza e l’opportunità di questa manifestazione voluta da Antonio Nozzoli e dal Forum del Volontariato – commenta Alessandra Casini – che come Parco abbiamo subito supportato ritenendola un atto ricco di contenuti e nello stesso tempo ricco di emozioni. Il villaggio delle Merse vive ancora nella memoria dei suoi vecchi abitanti ed adesso potrà essere condivisa con tutti noi, con la speranza di poter avviare presto progetti di valorizzazione che possano sottolineare l’importanza storica e culturale di questo sito minerario».