FOLLONICA – In scena per la rassegna “Famiglie a teatro” lo spettacolo Il mago di Oz, prodotto da Fondazione Aida e il Teatro Febo e ispirato al testo di Baum, con in scena attori e pupazzi.
Sul palco del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica, sabato 5 febbraio alle 17, saliranno tre attori che usano non solo la parola ma anche e soprattutto il corpo con il suo ritmo e le sue mille possibilità, insieme a pupazzi, macchine del suono e giochi scenici. Un gioco molto simile a quello che fanno i bambini.
«Questo sarà il nostro gioco teatrale, un gioco che sembra alle volte i bambini di oggi abbiano dimenticato. Che è stato proprio sostituito da tutte quelle “diavolerie” elettroniche, utili nel teatro come sono spesso utili anche ai bambini, ma che sembrano aver sopito la fantasia e la forza creativa del nostro “io bambino”, sia in teatro come nella vita – afferma il regista Pino Costalunga – abbiamo cercato di evidenziarne l’aspetto più “fantastico” legato a quell’esperienza attraverso cui tutti siamo passati. Quel pericoloso e tortuoso cammino che è il crescere, il diventare grandi per cui ci vuole decisamente cervello, cuore e coraggio!».
Attraverso la messa in scena i bambini potranno cogliere così l’aspetto simbolico della storia di Dorothy e dei suoi amici fantastici che durante il viaggio, affrontando, ognuno di loro, le proprie paure per superare gli ostacoli che incontrano lungo il percorso, mostrerà di possedere già ciò che pensava gli mancasse. Il viaggio che la piccola Dorothy fa verso il paese di Oz, assieme al suo cagnolino Toto e allo Spaventapasseri, all’Uomo di Latta e al Leone, è non solo un viaggio che parte dal Kansas (cioè da un vero stato dell’America) per arrivare in un paese fantastico, ma è anche un viaggio nella Fantasia e con la Fantasia.
E cosa si può fare di meglio, in uno spettacolo teatrale, se non usare proprio il teatro per intraprendere questo meraviglioso viaggio? E in che modo lo si può fare? Immaginate in scena quelle strane macchine che, in quel tempo in cui non c’erano né computer né altoparlanti, si usavano proprio in teatro per riprodurre il suono. La bellissima macchina del vento, per esempio, una specie di mulino di legno che fruscia su un tela, o le macchine del tuono, lastre di lamiera appese a un cavalletto di legno. Immaginate che quelle macchine siano capaci anche di far scoprire un po’ alla volta luoghi diversi e di saper creare paesaggi coloratissimi e fantastici. Immaginate che i personaggi della storia saltino fuori come per incanto dalle vecchie corde attorcigliate o dai vecchi bauli impolverati. Immaginate poi in quel Teatro tre attori che si mettono a giocare con quegli oggetti divenuti bellissimi pupazzi e con quelle macchine piene di suoni ed effetti magici e misteriosi.
Elaborazione testo a cura di Gianluca Meis Regia di Pino Costalunga Con Claudia Bellemo, Sara Favero, Nicola Perin Pupazzi di Nicola Perin Una co-produzione Fondazione Aida e Febo Teatro – Verona Prevendite: https://adarte.18tickets.it/