GROSSETO – Una selezione di scatti fotografici di Grosseto, reinterpretati dagli studenti e ispirati agli scritti di Luciano Bianciardi. Arriva “Ritorno a Kansas City”, la mostra fotografica del Fossombroni di Grosseto, con gli studenti del quarto anno dell’indirizzo tecnico turistico.
L’appuntamento è per il 30 marzo alle 17:30 alla scuola di via Sicilia. Gli studenti accoglieranno i visitatori presentando il risultato del progetto di Pcto dedicato ai luoghi e alle atmosfere di Grosseto a cui Bianciardi si è ispirato. La Fondazione Bianciardi ha individuato come destinatario privilegiato delle celebrazioni del centenario proprio la scuola. Tante le iniziative che la Fondazione ha organizzato per gli studenti, che si sono mostrati sempre molto interessati a Bianciardi, alla sua vicenda letteraria e umana.
«Il cambiamento dei luoghi, il significato della provincia e l’espansione della città sono alcuni dei temi che abbiamo trattato – dicono gli studenti del Fossombroni – Bianciardi non è stato per noi un autore semplice, piuttosto una vera e propria sfida che abbiamo vinto grazie all’aiuto di Lucia Matergi, direttrice della Fondazione Luciano Bianciardi e dei nostri docenti che, attraverso una lettura guidata di parti della Vita Agra e del Lavoro culturale, ci hanno introdotto nel mondo di questo scrittore».
Un progetto che ha messo in campo un forte impegno: «Le fotografie esposte sono il risultato del lavoro di ciascuno di noi, a partire dagli scatti, fatti nel giorno più freddo dell’anno, e al successivo lavoro di postproduzione, reso possibile dal supporto artistico e tecnico della fotografa e artista, Vanessa Rusci».
«Sovrapposizioni, collage, aberrazioni: i luoghi e i fatti cambiano negli occhi di chi narra – dichiara Vanessa Rusci -. Può un giovane di meno di 20 anni nato nell’era dei social e della connessione veloce, comprendere davvero il mondo di uno scrittore come Bianciardi, nato in una piccola città provinciale e fuggito in una Milano che ambiva a quella modernità che oggi viviamo? Me lo sono chiesta molte volte lavorando con i ragazzi che hanno realizzato questa mostra. Ragazzi che vengono da una pandemia che ha sconvolto i nostri modi di comunicazione e li ha resi per più di due anni connessi soltanto virtualmente».
«La città che racconta Bianciardi non esiste più, non esiste più la sua realtà, non esiste l’atmosfera di quegli anni del boom economico e della speranza in un futuro nuovo e salvifico. Volevo che i ragazzi intercettassero quella visione e che la cercassero in questa Grosseto dai luoghi quasi immutati, che la fondessero con il loro nuovo mondo, fatto di app per smartphone e web. Volevo anche che dentro a quelle immagini ci fosse un po’ del loro disagio e della loro difficoltà a comprenderlo questo mondo, e ho suggerito tecniche e filtri per scrivere con la luce immagini contemporanee. Chissà se i visitatori sentiranno il loro disagio sulle loro rielaborazioni finali».
«Bianciardi c’è nelle frasi e in qualche audace collage – prosegue Rusci -, è stato guida per il nostro tour fotografico all’interno della città, suggerendo scorci e luoghi che si sono trasformati, come il campo da calcio sotto le mura o le quattro strade. Nella mostra non troverete tutti i luoghi di Bianciardi che abbiamo letto nei libri con i ragazzi, ma molti scatti di cui ho voluto premiare la creatività della realizzazione, lo sforzo dell’assemblaggio e il coraggio dell’andare oltre il visibile o il canonico. I confronti nel tempo di alcuni luoghi sono stati possibili grazie all’apertura dell’archivio dei fratelli Gori che ci ha permesso di comparare luoghi ed atmosfere di ieri e di oggi. Quello che non si vede provate ad immaginarlo accompagnato dai suggerimenti dei ragazzi».
La mostra sarà aperta giovedì 30 e venerdì 31 marzo, dalle 17:30 alle 19:30. L’ingresso è libero.