FOLLONICA – Al Casello idraulico di via Roma arriva il convegno “Postcolonialismo italiano in Africa: ritratti di donne”, sabato 6 maggio alle 16:45.
All’incontro, organizzato dalla commissione per le Politiche di Genere del Comune di Follonica interverranno il professor Francesco Tamburini, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afroasiatici del dipartimento di Scienze politiche dell’università di Pisa, la dottoressa Sonia Viale, dirigente psicologa dell’Istituto nazionale Salute, Migrazione e Povertà di Roma, la dottoressa Carmen Klinger, operatrice del centro antiviolenza Olympia De Gouges di Grosseto e Munira Mohamed Alamin, medica volontaria a supporto dei profughi e rifugiati.
Verranno proiettate le immagini realizzate da Cinzia Canneri, fotogiornalista esperta del Corno Africa. Seguirà un aperitivo (dal costo di 10 euro) curato dalla cooperativa Arcobaleno con i progetti Fare Food e Dopo di noi, stradelli di autonomia. Il ricavato andrà alle donne etiopi per progetti di autosostenibilità.
«Eventi come questo, organizzati dalla commissione per le Politiche di Genere, ci arricchiscono profondamente, portandoci a conoscenza di realtà lontane da noi – dice l’assessore Francesco Ciompi – ringrazio la commissione per l’importante lavoro che svolge, sempre accurato e rivolto a questioni di estrema rilevanza per tutte e tutti».
«Poco conosciamo delle conseguenze della recente guerra da poco terminata in Etiopia ed in particolare nella regione del Tigray – dice la presidente della commissione Chiara Marchetti –. La popolazione tigrina è nel mezzo di una gravissima crisi umanitaria e di una durissima repressione portata avanti dal governo di Addis Abeba nei confronti di ogni forma di dissenso. Le politiche di sviluppo e i grandiosi progetti infrastrutturali sono spesso contrassegnati da una forte presenza italiana. E le donne, ancora una volta, sono vittime inascoltate di stupri di guerra, gravidanze non volute, povertà estrema, diaspora. Con questo evento cerchiamo di fare chiarezza sulla situazione politica e di portare un contributo perché le vittime possano intraprendere dei percorsi di autonomia».