GROSSETO – Cucchi, Aldrovandi, Magherini. Grazie all’attenzione dell’opinione pubblica, le loro vicende sono diventate il simbolo degli abusi delle forze dell’ordine nel nostro Paese. Un problema comune a tutte le democrazie moderne, come ha messo in evidenza negli Usa la morte di George Floyd e le altre che si sono susseguite, avendo come conseguenza la nascita del movimento “Black lives matter”.
È l’ambito d’indagine del libro “Incontri troppo ravvicinati? Polizia, abusi e populismo nell’Italia contemporanea” (editrice ManifestoLibri), curato dal professor Vincenzo Scalia, associato di sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale all’università di Firenze, che verrà presentato mercoledì 7 maggio alle 18 alla libreria Quanto Basta di piazza della Palma (Pacciardi) a Grosseto. Ad intervistare Scalia sarà Massimiliano Frascino, giornalista e collaboratore del quotidiano Il Tirreno.
«L’istituzione della polizia – recita un passaggio del libro – costituisce uno dei capisaldi dello Stato moderno. Il mantenimento dell’ordine pubblico, il rispetto delle leggi, la repressione della criminalità, hanno accompagnato l’affermarsi e il riprodursi dei rapporti di produzione capitalisti. Malgrado Robert Peel (che istituì la Metropolitan Police nel 1829) si prefiggesse l’obiettivo di fare della polizia un’interfaccia tra lo stato e la società, allo scopo di attenuare i conflitti della società industriale, gli effetti sono stati opposti. Le disuguaglianze sociali, economiche, razziali e di sesso, hanno fatto sì che l’operato delle forze dell’ordine assecondasse e riproducesse la distinzione tra classi laboriose e pericolose. Questo libro esplora l’agire delle forze di polizia partire dalla contraddizione tra il mantenimento dell’ordine pubblico e della pace sociale e le pratiche repressive che spesso degenerano in episodi tragici. A partire dall’analisi delle morti tragiche di Federico Aldrovandi e Riccardo Magherini, il testo conduce il lettore in un’analisi articolata dei modelli organizzativi e delle pratiche poliziesche, che riflettono il clima populista delle società contemporanee, dentro il quale si affermano anche forme privatiste e private di polizia».
Vincenzo Scalia è Professore Associato di Sociologia della Devianza presso l’Università di Firenze. Si occupa prevalentemente di carceri, criminalità organizzata, abusi di polizia. Ha insegnato e svolto ricerche in Messico e in Argentina. I suoi lavori sono pubblicati in inglese, spagnolo e turco. Tra i suoi libri: Le filiere mafiose. Criminalità organizzata, rapporti di produzione, antimafia, Ediesse, Roma 2016.