SCARLINO – Si intitola “Memorie future” la mostra di arti figurative che verrà inaugurata sabato 12 agosto alle 18.30 nella sala consiliare del Comune di Scarlino, in piazza Garibaldi 8. Sostenuta dal Comune di Scarlino vede la presenza di tre artisti: Elena Casanova, Carla Moscatelli e Valerio Radi e presenta la loro riflessione sulla memoria degli antichi mestieri.
Il loro racconto interseca tre piani: il fatto, il ricordo e l’elaborazione artistica. Intorno all’individualità costruiscono il loro racconto, dove le persone sono i soggetti basilari della fruizione del ricordo, oltre che i produttori di esso, in una sovrapposizione di attori e di soggetti. Raccontano la propria storia personale e raccontano anche la storia di tutta la collettività, una storia incredibilmente recente eppure oramai quasi dimenticata dalla memoria collettiva, ma presente, incardinata nel Dna di ognuno. Le fondamenta recondite di ciò che siamo, di ciò che facciamo.
“Elena Casanova presenta delle opere scultoree che sono un omaggio al lavoro femminile di un’epoca oramai lontana, dove tutto era pervaso da una nobile semplicità e una quieta grandezza – dichiarano gli organizzatori -. Un’epoca dove le donne lavoravano con serena dignità. È un mondo femminile troppo spesso dimenticato, che la Casanova descrive con una nota dolente e poetica che guarda alla sua storia personale. Le sue figure abbandonate al destino e alla storia, hanno lo sguardo che guarda lontano, un ponte che lega il presente al passato creando le basi del futuro, sotto gli occhi attenti e dolci del ritratto fotografico di sua nonna, in un passaggio immaginario di consegne”.
“Carla Moscatelli definisce la sua pittura “realismo poetico”, indagando la realtà, la storia e le sue emozioni con tecniche diverse; in questa mostra presenta opere su carta con tecniche miste che spaziano dall’olio al carboncino acquerellato. In questa mostra presenta una ricerca formale che ha portato l’artista in un viaggio nella storia delle proprie radici e nei ricordi familiari: è, dunque, il lavoro che anima i suoi ricordi d’infanzia, quello che induriva le mani e quello che veniva raccontato, diventando già esso stesso ricordo. La commistione fra un passato remoto e la contemporaneità è, infine, il suo modo di omaggiare un codice genetico che contiene quegli aneliti di vita.
“La storia narrata ha la funzione di sconfiggere l’oblio e Valerio Radi elabora il suo racconto con una modalità particolare del lavoro mnestico: una ricerca accurata e una ricostruzione minuziosa di momenti per fissarli definitivamente in uno scatto. La sua tecnica personale, costruita negli anni, lo rende riconoscibile in ogni suo progetto. L’attento studio dello stile, mai generico, propone immagini ricche di dettagli sia nelle zone d’ombra che in quelle illuminate: un Hdr (High Dynamic Range) personale, sartoriale, ottenuto grazie ad anni di prove. Grazie al suo stile, i mestieri che hanno permesso ai nostri avi di mantenersi e di vivere dignitosamente sono stati indagati e ricreati per consegnare una storia scritta per immagini alla memoria”.
La mostra finirà il 20 agosto e sarà aperta dalle 18.30 alle 23.