MANCIANO – Che cosa vuol dire partecipare alla Sar, cioè i salvataggi in mare dei migranti? Lo racconta la giornalista e scrittrice milanese Caterina Bonvicini, nel suo Mediterraneo (Einaudi) all’Accademia del libro-biblioteca comunale di Storia dell’arte di Montemerano sabato 11 novembre alle 18, in dialogo con Maurizio Melani. Il libro ha vinto il Premio Carlo Marincovich 2023 dedicato alla cultura del mare, nella sezione saggistica.
“Facevo parte del progetto di un gruppo di scrittori, da Michela Murgia a Sandro Veronesi, che hanno sentito la necessità di fare qualcosa, non si poteva stare solo a guardare”, dice Bonvicini. Come volontaria addetta-stampa, si è imbarcata prima con le ong italiane, Mediterranea e Mar Jonio, poi con ong internazionali come Open Arms e Geo Barents. Nel suo libro racconta in una sorta di diario di bordo le quattro missioni a cui ha partecipato, ciascuna di un mese: 19 rescues, l’evento più impegnativo gli undici salvataggi solo in una notte, salvando 700 persone.
Nel suo racconto, che raccoglie anche le storie di altri volontari, le difficoltà, la fatica, l’entusiasmo di una esperienza umana unica e irripetibile. L’addestramento quotidiano e l’esercizio fisico necessario, il lavoro di squadra, le prove rigorose sui tempi per non perdere nemmeno un secondo quando devi salvare altri esseri umani. Non fare scoppiare il panico, evitare che si spostino facendo rovesciare l’imbarcazione, come è successo nel naufragio più grave del febbraio 2015 a Lampedusa, in cui morirono 300 migranti, gettare subito i salvagente.
“Nelle operazioni l’adrenalina è a mille, non ti accorgi nemmeno della fatica che fai a tirare su corpi diventati pesanti, con i vestiti impregnati di acqua e carburante – prosegue l’autrice -. Ma poi, quando salgono sul ponte e gli stringi la mano che trema ancora per la paura e l’ipotermia, e incroci il loro sguardo, e ti accorgi che ce l’hai fatta, beh, è una soddisfazione. Poi, al sicuro a bordo, la seconda fase, l’accoglienza, l’ascolto delle storie drammatiche, tra tutte l’incubo dei campi in Libia, le speranze per il futuro».
Accompagna la sua testimonianza un saggio sulla storia della Sar scritto dal fotoreporter Valerio Nicolosi, autore delle foto che illustrano il libro.