GROSSETO ā Grosseto e i suoi territori devono molto a Matteo di Giovanni, uno degli artisti piĆ¹ significativi del XV secolo. Eā dal suo estro che ĆØ uscito il capolavoro della Madonna delle Grazie, in cattedrale. Ma dal suo estro sono usciti anche altri capolavori custoditi nelle chiese grossetane.
E proprio a lui sarĆ dedicato un pomeriggio di approfondimento, promosso dallāufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici diretto da don Franco Cencioni. VenerdƬ 8 aprile, alle ore 16, nella sala Friuli del convento di San Francesco, la storica dellāarte Sandra Cardarelli terrĆ una conferenza su āMatteo di Giovanni, un itinerario sacro nella diocesi di Grossetoā.
āSandra Cardarelliā spiega don Cencioni ā nipote del canonico Socrate Cardarelli, penitenziere della cattedrale morto nel 1963, ĆØ originaria di Gavorrano. Oggi vive e lavora in Scozia, ma pur da lontano ha continuato a coltivare studi e approfondimenti su Matteo di Giovanni. A lei si deve, ad esempio, la valorizzazione della pala dāaltare raffigurante la Madonna con Bambino tra i santi Sebastiano, Giuliano (titolare della chiesa parrocchiale), Cosma e Damiano, commissionata dalla comunitĆ per la chiesa di Gavorrano allāepoca dei Medici e poi, per motivi oscuri, finita alla Pinacoteca di Siena, dove la nostra storica dellāarte ne ha fatto oggetto di un lavoro di ricerca dal titolo āMatteo di Giovanni a Gavorrano. La pala 432 nella Pinacoteca di Sienaā (Effigi), presentato domenica 3 aprile nella sala consiliare del comune di Gavorranoā.
Nellāincontro dellā8 aprile āCarderelli ci farĆ percorrere il cammino che Matteo di Giovanni ha fatto nella nostra terra, col dono meraviglioso e supremo della nostra Madonna delle Grazie, che incastona la Sua presenza nella storia della salvezza, dallāannuncio dellāangelo fino alla sua assunzioneā.
Ma cāĆØ unāaltra opera di Matteo di Giovanni che la Cardarelli riproporrĆ : ĆØ la Madonna conservata a Montepescali. āPossiamo dunque essere contenti di questi tesori dāarte che sono, non solo occasione di preghiera e contemplazione anche di chi si rivolge ad esse solo come ricerca di bellezza, ma anche per ritrovare da parte nostra quel giusto orgoglio di essere depositari di un patrimonio che dobbiamo ai nostri avi e che ci richiama alla sorgente della bellezza e del bene, che non puĆ² essere che quello della fede nel Dio amoreā. Sandra Cardarelli, specialista del Quattrocento senese presso il dipartimento di storia dellāarte dellāUniversitĆ di Aberdeen, dove ha conseguito il dottorato di ricerca, ha pubblicato articoli e saggi sulla storia dellāarte, tra cui, appunto, āSaints, miracles and the image: healing saints and miraculous images in the Renaissanceā (Brepols, 2018).