GROSSETO – Arriva anche a Grosseto, “Io Resto”, il docufilm di Michele Aiello, che racconta i primi mesi di pandemia negli “Spedali Civici” di Brescia, tra i presidi ospedalieri più grandi di Italia e uno dei più colpiti dal Covid-19. Venerdì 18 marzo, alle 21.15, il cinema Stella ospita la proiezione, resa possibile dalla collaborazione tra l’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto e l’Ordine dei medici. Una proiezione cinematografica che arriva in una ricorrenza non casuale: il 18 marzo, infatti, si celebra la Giornata nazionale delle vittime del Covid.
“Anche il nostro territorio ha pagato caro in termini di vite – dice Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto –: sono 300 le vittime dall’inizio della pandemia in provincia di Grosseto. Con la proiezione vogliamo riconoscere un tributo a chi si è ammalato e ha pagato un costo altissimo e tra questi anche tanti professionisti sanitari e non. In italia sono stati almeno 90 gli infermieri purtroppi deceduti. Con questo evento intendiamo creare un’occasione per recuperare la memoria di quello che abbiamo vissuto e dei sacrifici che tutti, sanitari e cittadini sono stati chiamati a compiere”.
E la conservazione della memoria è un elemento fondamentale anche per Paola Pasqualini, presidente dell’Omceo di Grosseto: “In Italia sono oltre 100mila le vittime di Covid-19 e di queste 372 sono medici. Con ‘Io Resto’, Aiello riesce a raccontare la difficoltà di sanitari e pazienti, privati dal contatto e dal calore umano, che è parte integrante della nostra attività di cura, e ci ricorda che coltivare la memoria è fondamentale affinché chi ha dato la propria vita non l’abbia persa invano”.
In “Io Resto” vengono mostrati i rapporti tra personale sanitario e pazienti, il bisogno di contatto e relazione, reso difficile dalle regole necessarie per la profilassi. Quello della prima ondata di Covid-19 è un momento particolare, che ha visto il mondo unirsi nella tragedia e cercare insieme strategie di contenimento del virus. Con il suo documentario Aiello racconta la quotidianità all’interno di un ospedale martoriato dal Covid, per tenere traccia – e memoria – di un periodo storico per molti inimmaginabile. L’ingresso in sala è gratuito.
Foto d’archivio.