GROSSETO – Il Polo universitario grossetano ospita due incontri culturali giovedì 4 maggio: “A scuola di Costituzione” e “Infrastrutture, gestione delle acque, insediamenti, paesaggi agrari e funerari nell’ager rosellanus nella loungue duree'”.
Il terzo seminario del Progetto “A scuola di Costituzione” avrà come tema “Le conseguenze dell’articolo 2 della Costituzione sulla legislazione successiva”. Sarà introdotto da Giuseppe Corlito, referente del progetto per il Comitato per la democrazia costituzionale di Grosseto, e da Romeo Carusi, presidente della sezione Anpi “Elvio Palazzoli” di Grosseto. La lezione magistrale verrà tenuta da Mauro Volpi, professore emerito di Diritto costituzionale dell’Università di Perugia.
Seguirà l’esposizione dei lavori dei gruppi di studio di studentesse e studenti, che hanno approfondito i seguenti temi: la II E dell’Istituto Leopoldo II si è occupata del diritto alla vita e dell’eutanasia; si è divisa in quattro gruppi (1. situazione in Italia e all’estero; 2. Indisponibilità della vita e diritto alla vita; 3. la questione dal punto di vista religioso; 4. i fatti di cronaca); la II A dell’Istituto Rosmini si è occupata del diritto di asilo e si è divisa in tre gruppi (1. aspetti giuridici; 2. i migranti e i fatti di Cutro; 3. le cause della migrazione); la III F del Liceo Scientifico ha trattato il tema dei diritti inviolabili dell’uomo e i doveri della solidarietà e si è divisa in tre gruppi (1. la Resistenza e la solidarietà; 2. la migrazione e i nuovi italiani; 3. l’art. 2 negli atti della Costituente).
Lo stesso giorno alle 16 in aula magna si rinnova l’appuntamento con il progetto “Incontri con le voci dell’archeologia”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Polo Universitario Grossetano, il Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena e l’Associazione archeologica maremmana allo scopo di divulgare i risultati delle ricerche svolte sul territorio.
Il titolo dell’incontro è “Infrastrutture, gestione delle acque, insediamenti, paesaggi agrari e funerari nell’ager rosellanus nella lounge dureè”; relatore sarà Stefano Campana, professore di Topografia antica presso l’Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e beni culturali, è archeologo specializzato nello studio diacronico dei paesaggi e nello sviluppo di nuove metodologie di indagine con particolare riferimento al telerilevamento e ai sistemi informativi territoriali (Sit).
Il contesto territoriale di riferimento dello studio del professor Campana è la Toscana meridionale (valle dell’Ombrone e dell’Orcia) ma conduce attività di ricerca anche in Inghilterra, Spagna, Turchia, Palestina, Iraq, Arabia Saudita, Turkmenistan e Mozambico. È molto attivo nella sfera internazionale nell’organizzazione di convegni, nella didattica (master, summer e school) e nella partecipazione a progetti europei. E’ stato Marie Curie research Fellow presso l’Università di Cambridge (Uk) e visiting professor all’Università di Lund (Svezia), all’Ecole Normale Superiore (Parigi) e all’Istituto Archeologico di Erbil (Iraq). Nel 2011 è stato nominato e ammesso come Fellow alla Society of Antiquaries of London e dal 2012 al 2015 è stato membro del consiglio di amministrazione dell’Hist (International Centre on Space Technologies for Natural and Cultural Heritage) sotto l’auspicio dell’Unesco e della Accademia Cinese della Scienze. Attualmente dirige progetti di ricerca territoriale e scavi archeologici e coordina un gruppo di ricercatori (laureandi, dottorandi e post-doc) presso il Laboratorio di Archeologia dei paesaggi e telerilevamento (Lap&t) dell’Università di Siena. Nel 2009 ha fondato una società spin-off presso l’Università Siena, Ats s.r.l., finalizzata al trasferimento tecnologico dal Lap&t al mercato dei beni culturali.
«Il progetto Emptyscapes – afferma il professor Campana – ha tra i suoi obiettivi quello di stimolare cambiamenti nel modo in cui studiamo i paesaggi archeologici, passando da un approccio basato sul «sito» all’esplorazione del continuum archeologico, secondo una prospettiva più ampia e priva di discontinuità. Dopo più di quindici anni di indagini integrate e tre campagne di scavo, abbiamo dimostrato che in alcune circostanze è possibile implementare con successo questa strategia attraverso l’integrazione di diversi metodi archeologici. I risultati più significativi riguardano l’opportunità di estendere allo studio dei paesaggi in modo concreto (non metaforico, ideologico o teorico) il metodo stratigrafico mentre sul fronte dalla ricostruzione storica si aprono scenari inediti e domande del tutto nuove».
La partecipazione è libera e gratuita.