GROSSETO – Si conclude martedì 30 gennaio il ciclo di incontri “Conoscere Calvino” organizzato dalla Fondazione Luciano Bianciardi in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano. “Diventare Calvino. Apologhi e altri racconti degli anni Quaranta” è il titolo della conferenza che il professore Bruno Falcetto dell’università di Milano terrà martedì 30 gennaio alle 17 nell’aula delle colonne dell’ateneo grossetano. A presentare l’incontro sarà Riccardo Castellana, docente dell’università di Siena e membro del Comitato scientifico della Fondazione Bianciardi.
L’incontro si incentra sulla presentazione del libro “Un dio sul pero” (a cura di Bruno Falcetto, Mondadori 2023), che raccoglie racconti e apologhi, dieci dei quali finora inediti, scritti da Calvino dal 1941 al 1949. Lo scrittore prima del ’49 ha già pubblicato la raccolta “Ultimo viene il corvo” e il romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno”.
Si potrebbe considerare dunque la prova di Falcetto come un’indagine puntuale sul retroterra che fa da sfondo al Calvino più conosciuto e apprezzato; uno sfondo essenziale per capire la complessità delle ragioni di una scrittura in continuo divenire, un carattere costitutivo dell’opera calviniana, che si presenta a chi legge come un ventaglio aperto di possibilità espressive, tutte buone da intraprendere, ma non per sempre, visto che subito dopo, o addirittura a margine, se ne presentano altre, altrettanto buone, forse di più.
“Falcetto – dichiarano gli organizzatori – sostituisce alla chiave interpretativa della molteplicità quella dell’evoluzione narrativa, per cui riflettere sulle prove iniziali dello scrittore significa entrare nella sua officina creativa e cogliere i tanti inizi che, pur a volte lasciati in disparte nelle prove della maturità, ne restano matrici scritturali, prestando a quelle spunti immaginativi e soluzioni formali ben riconoscibili. È il caso degli apologhi, scritti dal giovane Calvino come soluzione ermetica e allusiva per dare voce alla propria convinzione antifascista, e diventati inutili, come il loro autore afferma, una volta caduto il regime: ma come non vedere in questi brevissimi quadri l’anticipazione del gusto della riduzione, la scarnificazione del reale, tratti, questi, tra i più calviniani del Calvino maturo? E come non riconoscere, nella decisione di non pubblicare alcuni dei racconti in raccolta, il segno di un’autocritica costante, sfondo naturale di un’avventura narrativa che trova nella leggerezza il proprio esito perfetto? Il libro di Bruno Falcetto si propone come prospettiva illuminante per muoversi nell’universo del grande scrittore con una guida mirata e decisiva”.
“Questi incontri hanno dato una risposta significativa al pubblico cittadino attento a tutto ciò che ruota intorno alla figura di Calvino, in concomitanza con il centenario della sua nascita. In questo senso la Fondazione Bianciardi ha ribadito il proprio impegno fondamentale all’approfondimento delle tematiche del mondo della letteratura, con particolare riferimento a quella contemporanea, senza esaurire nello studio del proprio autore la sua proposta culturale”.