GROSSETO – Si rinnova l’appuntamento con gli “Incontri con le voci dell’archeologia”: giovedì 18 maggio alle 16 nell’Aula Magna della fondazione Polo universitario grossetano in via Ginori 43 si parlerà del recupero della cripta dell’abbazia di Giugnano.
Roberto Farinelli, Vanessa Mazzini, Gina Berni, Giulio Basili e Chiara De Felice parleranno de “Il recupero della cripta dell’abbazia di Giugnano. Riflessioni preliminari a margine di un’indagine multidisciplinare”. Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Fondazione Polo universitario grossetano, il dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena e l’associazione archeologica maremmana allo scopo di divulgare i risultati delle ricerche svolte sul territorio.
«Immerso in un comprensorio dallo spiccato valore paesaggistico, il complesso di San Salvatore di Giugnano costituisce la più rilevante testimonianza monastica medievale della Maremma – dichiarano gli organizzatori -. L’insediamento ecclesiastico vede il susseguirsi degli ordini religiosi presenti nella Toscana coeva quali benedettini, guglielmiti, cistercensi, agostiniani. Sotto il profilo storico artistico, l’elemento architettonico di maggior pregio è rappresentato dalle vestigia di una cripta, testimonianza romanica ascrivibile all’ultimo quarto del secolo XI».
«L’ambiente, interrato per circa tre metri, presenta una pianta rettangolare a tre navate scandite da colonne determinanti un ritmo ripetuto di tre arcate, con abside semicircolare orientata in cui si aprono tre feritoie dalla spiccata strombatura, oggi ostruite dai crolli delle strutture soprastanti. L’impianto dispone di una copertura voltata a crociera e ribadita da sottarchi su cui si innestano i capitelli in pietra delle quattro colonne lapidee. Sono visibili fessurazioni e lesioni nelle parti strutturali che ne compromettono fortemente la stabilità. Infatti, la cripta appare mancante di alcuni elementi portanti e danneggiata nelle colonne e nelle volte, parte del soffitto è già crollato. Inoltre, queste strutture sono sottoposte a sollecitazione da parte del terrapieno esterno e di una piastra in calcestruzzo sovrastante la volta. Il valore storico-artistico e l’imminente pericolo di crollo hanno sollecitato la formazione di un gruppo di studio che proponesse una via di recupero e valorizzazione del sito archeologico».
Giulio Basili è architetto e dottore di ricerca in progettazione architettonica e urbana, è ricercatore Rtda al dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Nel 2020 vince il Premio Inarch-Architettura Regione Toscana. È autore di pubblicazioni in riviste scientifiche e di alcune monografie.
Gina Berni è una storica dell’arte. Catalogatrice per l’Istituto centrale del catalogo e della documentazione di Roma, ha collaborato con la pubblica amministrazione per studi e ricerche promosse dalla Soprintendenza e da altri enti pubblici. Attualmente lavora presso la Direzione Regionale Musei della Toscana.
Chiara De Felice – architetto. Da alcuni anni è professore a contratto nei Laboratori di progettazione e composizione della scuola di Architettura di Firenze. Parallelamente agli impegni accademici svolge attività professionale.
Roberto Farinelli – dottore di ricerca e professore aggregato in Archeologia medievale presso l’Università di Siena. Alla formazione archeologica e all’interesse per la documentazione d’archivio si deve l’impostazione delle sue ricerche sull’habitat e sulle dinamiche del potere rurale, condotte anche in una prospettiva storico-geografica, finalizzate alla comprensione dei rapporti con le risorse naturali del territorio. Si è occupato dei castelli e delle realtà urbane della Toscana meridionale, con particolare riferimento al “secondo incastellamento” dei secoli XII-XIII, al ruolo delle chiese nella fisionomia del villaggio medievale, ai riflessi sociali dell’esercizio delle attività minerarie e metallurgiche, al potenziale informativo dell’epigrafia medievale.
Vanessa Mazzini, laureata in Architettura successivamente ha conseguito la laurea in Scienze dei Beni Culturali e poi in Storia dell’Arte. Si è diplomata presso la Scuola di specializzazione biennale in Beni storico-artistici (Unisi) e presso la di Scuola di Specializzazione biennale in Beni Architettonici e del Paesaggio (Unifi). È funzionario architetto alla soprintendenza archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Siena, Grosseto e Arezzo.