GROSSETO – Nuovo appuntamento al Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura. Martedì 12 dicembre alle 17 il Rotary Club Grosseto e l’associazione rotariana Carlo Berliri Zoppi presentano il libro, curato da Cecilia Luzzetti con Andrea Marchi ed edito da Effigi, dedicato alle Clarisse.
L’ingresso è gratuito: per informazioni prenotazioni.clarisse@gmail.com. Un viaggio alla scoperta del restauro e dell’allestimento del Convento e della Chiesa di Santa Chiara oggi sede del Museo Collezione Gianfranco Luzzetti grazie all’opera degli architetti Cecilia Luzzetti e Andrea Marchi. Un momento per ricordare anche il grande mecenate che dà il nome a questo museo, Gianfranco Luzzetti, scomparso quest’estate.
«Le vicende del recupero dell’ex Convento delle Clarisse e della ricerca di una “degna sede” per la collocazione della Collezione Gianfranco Luzzetti, di cui si dà conto in questo lavoro di Cecilia Luzzetti e Andrea Marchi, si sviluppano in parallelo e poi si intrecciano ormai sin dalla fine del secolo scorso – spiega Alessandro Antichi, presidente del Rotary Club Grosseto –. I sessantaquattro oggetti della donazione, quadri, sculture, maioliche, arredi, non avrebbero potuto trovare più adeguata collocazione e, soprattutto, migliore allestimento. Il Rotary Club di Grosseto, anche grazie all’operosa attività istituzionale dell’associazione rotariana Carlo Berliri Zoppi, ormai da diversi decenni si propone come interlocutore privilegiato delle iniziative finalizzate alla tutela e alla valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale della Maremma».
«Lo scorso autunno l’associazione – spiega Domenico Saraceno, presidente dell’associazione rotariana Carlo Berliri Zoppi – ha organizzato un incontro pubblico dedicato alla storia e ai lavori di restauro dell’ex Convento delle Clarisse. Nell’occasione, data l’interessante illustrazione fatta dal progettista, l’architetto Cecilia Luzzetti, e dal direttore del Polo, Mauro Papa, su suggerimento del pubblico, in particolar modo dell’avvocato Raffaele De Luca, è nata l’idea di pubblicare il lavoro».
«Tracciare la storia del recupero dell’ex convento delle Clarisse è un obiettivo importante per ricostruire la storia della nostra città – dichiara il presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari –. Perché quel recupero, progettato e realizzato con una cura minuziosa dei dettagli, non solo ha reso onore ad un luogo che ha fatto parte per secoli della vita cittadina, ma rappresenta anche un simbolo indiscusso del grande sviluppo culturale che Grosseto ha vissuto negli ultimi anni: il restauro infatti ha portato alla nascita del terzo museo del centro storico. Un’esposizione fortemente voluta dall’Amministrazione comunale e da Fondazione Grosseto Cultura. In questo piccolo grande gioiello oggi trovano spazio le opere donate dal collezionista Gianfranco Luzzetti dopo aver visto arrivare a conclusione uno dei suoi progetti più voluti e più complessi, quello di regalare a Grosseto alcuni dei suoi “figli”, quelle opere d’arte preziose raccolte durante una vita straordinaria. Luzzetti ha seguito passo dopo passo il recupero e il restauro delle Clarisse e in particolare della Chiesa dei Bigi: ogni oggetto d’arte doveva avere il suo spazio, ogni dettaglio doveva essere come era stato immaginato. Alcuni degli oggetti sacri della chiesa sono stati messi a disposizione dalla Diocesi e, restaurati, fanno oggi parte dell’esposizione. Oggi quel restauro è realtà: lì si percepisce l’amore che Luzzetti aveva per Grosseto e per l’arte. Un luogo dove la bellezza è protagonista, quella bellezza che ci rende migliori e ci fa crescere».
«Ringraziamo il Rotary e l’associazione rotariana Cbz – dicono Cecilia Luzzetti e Andrea Marchi – per aver sostenuto con entusiasmo il progetto di pubblicazione del lavoro di restauro e allestimento di questo complesso monumentale. Sia il lavoro che il libro sono stati impegnativi, ma di grande soddisfazione. Il Museo Collezione Gianfranco Luzzetti è il frutto di un virtuoso processo che ha comportato, sin dall’inizio, un assiduo confronto tra i progettisti e un’altra “unità di progetto” che ha partecipato al percorso nelle diverse fasi del suo sviluppo e della sua attuazione: il collezionista e il direttore del museo da una parte e, dall’altra, gli archeologi, gli storici dell’arte, i funzionari della Soprintendenza che hanno svolto l’alta sorveglianza dal progetto alla realizzazione delle opere murarie, degli impianti, dell’allestimento».