RIBOLLA – Martedì 24 maggio, alle ore 18, alla Porta del Parco di Ribolla (ex cinema Montecatini) sarà presentata la mostra on line “Le Amiche della miniera di Ribolla”, curata dall’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea grazie al sostegno della Cgil di Grosseto e del Comune di Roccastrada.
Ai saluti di Francesco Limatola (presidente della Provincia e sindaco di Roccastrada), Eleonora Bucci (segretaria Cgil Grosseto – Dip. Politiche per le pari opportunità) e Ilaria Cansella (direttrice Isgrec), seguiranno l’intervento di Adolfo Turbanti dell’Isgrec e la presentazione della mostra da parte della curatrice Barbara Solari, già autrice del volume “Presenze femminili: le “Amiche della Miniera” di Ribolla (1951-1954)” (Effigi 2007)
Ingabbiata negli stereotipi, la parola “miniera” rinvia automaticamente la mente al lavoro e alla fatica dei minatori, ai pericoli che corrono scendendo nel sottosuolo. Ciò che rimanda al femminile nell’immaginario collettivo è al più la paura del mancato rientro a casa degli uomini. Fior di letteratura e bellissime canzoni rimandano all’attesa o all’immagine della compagna quale angelo del focolare e unica consolazione di una vita dura.
Anche tutta la saggistica fiorita immediatamente intorno alla tragedia di Ribolla ha narrato “al maschile” lo scoppio della miniera nel 1954. Solo da pochi anni su due fronti – storico e letterario – è entrata in campo la memoria e la storia delle donne. Donne lavoratrici, donne impegnate nel sindacato e nella politica, donne vittime di enormi dolori e sacrifici, a lungo anche ridotte al silenzio dalla complessità degli esiti della strage del maggio 1954.
Il recupero di importanti documenti e testimonianze, che raccontano la nascita e la breve vita dell’associazione delle “Amiche dei minatori”, ha reso possibile la ricostruzione di un tassello fondamentale non solo della storia di Ribolla ma anche delle lotte sindacali nel secondo dopoguerra in provincia di Grosseto.
Dell’Associazione “Le Amiche della miniera” facevano parte madri, mogli, sorelle, figlie di minatori. Tutte lottavano con e per gli uomini, si esprimevano attraverso un linguaggio coerente con il “paradigma dell’emancipazione”, in una cornice condizionata dalle formule delle lotte sindacali e politiche degli anni Cinquanta, anche se non mancarono intuizioni che anticiparono una consapevolezza di genere.
Il tentativo di questa mostra on line è di andare oltre quel che si era fatto con la pubblicazione del 2007 e nella mostra allestita nel 2017 presso la Porta del Parco di Ribolla. In quelle due occasioni si cercò di “far parlare” immagini e documenti affiancandoli a fonti scritte (letteratura, saggistica, materiale d’archivio…) e trascrizioni di fonti orali.
Sarà possibile adesso ascoltare anche le voci delle persone intervistate in occasione della ricerca poi confluita nella pubblicazione del 2007 e visionare nuovo materiale raccolto nel corso degli anni, in un incrocio tra testi, immagini e audio che restituisce alla storia di questo gruppo di donne la rilevanza che merita nel complicato intreccio di relazioni tra partito, sindacato, UDI, Montecatini, un quadro complesso che oggi, più lucidamente di allora per la distanza dagli eventi, possiamo comprendere nelle sue connessioni e implicazioni con la storia del movimento operaio, delle sue poche vittorie e molte sconfitte in un’Italia da poco uscita dalla guerra e alle soglie del miracolo economico.