Istituti paritari Chelli e Madonna delle Grazie: gli studenti raccontano la loro scuola. Ecco l’open day
GROSSETO – Una scuola che promuove la libertà e il valore della persona, è quella scuola che dà voce ai propri studenti perché siano loro a raccontarla. E’ quanto hanno deciso di fare le scuole Chelli – secondaria di primo grado “Madonna delle Grazie” e licei classico e scientifico – istituti paritari, che da oltre venticinque anni arricchiscono il pluralismo educativo del territorio, e sono pubblici, gestiti dalla Fondazione Chelli.
Ed è così che a raccontare le scuole paritarie di Grosseto sono i ragazzi che le frequentano.
“Se dovessi scegliere tre aggettivi per raccontare la mia scuola – dice Giovanni, studente al quarto anno del liceo classico – direi prima di tutto difficile, da non intendere negativamente! Penso infatti che sia molto importante che una cosa sia difficile, perché sia colma di valore. I licei Chelli sono difficili perché hanno un obiettivo preciso, ovvero, far crescere con una certa impostazione e visione nei confronti della scuola, ma soprattutto nei confronti della vita, i ragazzi nel corso dei cinque anni e lasciarli, a percorso maturato, capaci di potersi muovere in quella che è la complessità della vita”. In questo senso il secondo aggettivo che, secondo Giovanni, connota le scuole della Fondazione Chelli è “determinate” e infine “libere”.
“Nella scuola che frequento – spiega – questa libertà la si può vedere in diversi ambiti, soprattutto nel rapporto studenti-insegnanti, che non è mai unilaterale, ma vicendevole. Simona, al quinto anno di liceo classico, conia, invece, per la sua scuola un neologismo: possibilitante. “Mi spiego: non è una scatola in cui uno studente è messo come riempitivo, ma un’area aperta in cui non sei da solo, ma dove hai la possibilità di muoverti, andando oltre le aspettative. Io ho potuto, nel corso del quinquennio, decidere in quale direzione indirizzare la mia crescita, sicura comunque di quelle fondamenta che ci sono, restano sotto, ma sopra ad esse ci fanno muovere in un territorio aperto”. Il secondo tratto che Simona sceglie per raccontare il Chelli è “intima”, perché “non siamo una scuola molto grande e questo permette di avere un tipo di relazioni fra noi e coi docenti molto profondo. Questo cambia tutto perché trovi davanti persone che conosci e loro conoscono te per quello che davvero sei. Non siamo estranei gli uni agli altri, ma siamo in un ambiente in cui ci si sente accolti”. Infine Simona sceglie l’aggettivo “equilibrata”. “Al Chelli – spiega – c’è un equilibrio molto difficile da trovare nelle scuole tra la tua persona e la tua crescita come studente. E’ arduo da raggiungerlo, ma al Chelli lo si percepisce ed è utile”.
Una scuola con i suoi punti di forza, in parte già delineati dai ragazzi nella scelta degli aggettivi, ma che Giovanni ribadisce sottolineando che “per apprezzarli, occorre fare uno scatto di libertà. Io stesso – ammette – non riuscivo ad apprezzarli tutti fino a quando non ho cominciato il mio percorso in quella che è stata la quarta liceo classico. Nel corso dei miei studi, infatti, ho scoperto anche un “di più”, ovvero la possibilità di poter proporre e svolgere progetti, che possono partire dal singolo, come da un gruppo di alunni. Per attuare questa realtà non serve altro che rivolgersi direttamente alla preside proponendo l’idea che si vuole concretizzare (questa verità l’ho sperimentata in prima persona, non l’ho appurata semplicemente vedendola fare da altri). Proprio per questi motivi mi sento di consigliare i licei Chelli ai ragazzi che, come me, hanno deciso di affrontare un corso di studi classici o scientifici; perché vedo in questa proposta di percorso una possibilità di realizzare se stessi, sia durante il percorso stesso, sia, successivamente, nella vita”.
Per Simona un punto di forza che considera valore aggiunto è “il numero di studenti per docente”. Essendo più ridotto che altrove, “i professori hanno la possibilità di andare a scavare nei nostri interessi, raccolgono i nostri input e li custodiscono perché, da quel primo accenno, nasca qualcosa di più”. Sicuramente questo processo parte dal presupposto che i docenti sono disposti a fare un lavoro di questo tipo “che richiede loro uno sforzo maggiore”. Ma per Simona un altro punto di forza è “l’attenzione alla persona. Siamo prima di tutto noi con la nostra individualità a dover poi dimostrare di che pasta siamo fatti, non tanto come studenti, ma appunto come persone e al Chelli, se un ragazzo è disposto a mettersi davvero in gioco a livello di crescita personale, questo accade”.
Ripensando alla sua esperienza nei cinque anni di liceo, Simona riflette sul fatto che è stata in grado “di fare tante esperienze anche fuori dalla scuola e ogni volta che tornavo a scuola non mi è mai pesato. Questa scuola mi ha permesso di crescere anche fuori da essa, offrendomi sempre un posto in cui tornare”. Simona chiude la sua presentazione delle scuole Chelli invitando altri ragazzi ad iscriversi perché, oltre a quanto detto, “c’è una scuola che è lì per te, sempre perché c’è la volontà e il desiderio di vederci crescere come persone. E’ estremamente importante infatti sperimentare che la scuola non è un posto esterno alla tua vita, che ti inculca cose. La scuola è un crescere in relazione col mondo interno ed esterno e deve essere lo studente a voler prima di tutto crescere e a mostrare la voglia di esserci nel mondo come un albero, mettendo radici. Se avviene questo, allora quella scuola può diventare un grande alleato che vuole che i tuoi rami crescano e che le radici vadano a fondo”.
La Fondazione Chelli gestisce anche la scuola media paritaria, che ha sede sempre in via Ferrucci. In un’età delicata come quella della preadolescenza, la media “Madonna delle Grazie” offre uno spazio di alleanza profonda con le famiglie, per accompagnare i ragazzi in questa fase della vita. Lo dice Caterina, prima media, che parla della sua scuola come di “un posto accogliente, sicuro e amichevole”, soprattutto “per il legame che si forma tra docenti e alunni: un legame di confidenza, ma allo stesso tempo non superficiale. Io in pochi mesi sono riuscita a instaurare legami con i professori e coi compagni, le materie le affrontiamo in modo approfondito e poi la mia scuola ha una cosa che mi piace molto: la figura dei tutor, professori che ci accompagnano a livello individuale e con cui ci possiamo aprire tranquillamente e che ci aiutano a superare le difficoltà”.
Per conoscere più da vicino le scuole della Fondazione Chelli: open day giovedì 12 gennaio 2023 dalle 17.30-19.30 oppure scrivere a sceglileducazione@fondazionechelli.org o telefonare allo 0564 449111 per chiedere un appuntamento.