di Barbara Farnetani
FOLLONICA – Contro la consorrenza sleale i parrucchieri follonichesi si associano in una sorta di “lega” a tutela della categoria. Il “nemico” chi opera in casa, senza partita Iva, in nero o magari senza rispettare le regole sanitarie essenziali. Già 21 coloro che si sono uniti, ma se ne stanno aggiungendo altri. «Vogliamo migliorare i rapporti tra di noi, scambiarci consigli, e organizzare assieme una serie di eventi anche a favore della città» affermano Andrea Agnelli e Alberto Bromo, presidente e vicepresidente dell’associazione dei parrucchieri.
L’obiettivo primario, inutile dirlo, è la lotta agli abusivi, a chi ha allestito un negozio in casa senza pagare tasse, ma anche a chi pur avendo un pubblico esercizio, fa prezzi troppo bassi che nascondono inevitabilmente qualcosa che non va: «è impensabile proporre cifre che si aggirano tra i 5 e 10 euro, non è sostenibile per l’imprenditore». Affermano precisando che così non è possibile coprire il costo del servizio né delle materie prime e che dunque, in questi casi, probabilmente ci sono irregolarità amministrative o fiscali o sanitarie o dei prodotti usati prezzi che fanno pensare «che il negozio sia solo una copertura per svolgere altri tipi di attività». I parrucchieri prepongono dunque la tabella dei prezzi minimi e preannunciano una manifestazione che si svolgerà questa estate in più tappe: lo show hair, che consentirà a tutti i partecipanti, gratuitamente, un cambio totale di look. Per informazioni: associazionepf@virgilio.it.