GROSSETO – «Sempre più pervengono dai cittadini lamentele e segnalazione di fatti, a volte certamente distorti, che incidono in modo rilevante sulla buona convivenza sociale grossetana limitando la libertà di azione delle fasce più deboli e di quelle più esposte, come, ad esempio, i commercianti». Inizia così la lettera aperta scritta da Giacomo Gori (nalle foto), consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, e indirizzata al sindaco, prefetto e questore di Grosseto. «“Il crimine genera paura, il degrado sociale genera disagio”. La prevenzione, quindi, nell’ambito della sicurezza pubblica e della sicurezza urbana diventa essenziale per assicurare una normale vivibilità sociale. In particolare la sicurezza urbana è “un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell’ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale”. E solo l’integrazione delle attività delle varie forze di polizia che operano sul territorio può condurre, in particolare attraverso lo sviluppo della sicurezza sociale, ad un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. E’ sotto gli occhi di tutti il progressivo degrado sociale che richiede oggi nuove politiche d’intervento. E’ indubbio che in città la libertà di movimento sia sempre più condizionata da un senso di crescente paura e di insicurezza che induce spesso le persone più deboli ed indifese a non “uscire” di casa determinando così un vero e proprio degrado delle condizioni di vita del singolo cittadino».
«Tanto sinteticamente premesso la legge affida al sindaco, in particolare, i compiti di provvedere a tutelare la comunità attraverso l’adozione di provvedimenti finalizzati a “prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica (intesa come integrità fisica della popolazione) e la sicurezza urbana. L’ordinanza sindacale diventa quindi strumento principe per fronteggiare una sicurezza situazionale peggiorativa della vita sociale cittadina. Il sindaco deve necessariamente avvalersi delle forze di polizia che sono messe in campo, in primis delle polizie locali. La loro integrazione operativa costituisce un cardine che potrebbe consentire di invertire la deriva sociale alimentata, in special modo oggi, da una crisi economica di cui non si vede la fine. Al prefetto, quale Autorità cui compete la responsabilità generale dell’ordine e della sicurezza pubblica nella provincia ed è chiamato dalla legge a sovraintendere all’attuazione delle direttive emanate in materia, i cittadini del Movimento 5 Stelle si rivolgono perché si avverte alta e forte la necessità di un vigoroso impulso che superi i noti e naturali corporativismi che esistono tra le varie e distinte polizie, desueti rispetto ai tempi che stiamo vivendo, a favore di una visibile pratica ragionata e ferma attività di prevenzione sociale nel delicato campo della sicurezza pubblica».
«A causa della mancanza di un’unica centrale operativa interforze, il cittadino che interpella una qualsiasi forza di polizia, rimane spesso disorientato dall’invito dell’operatore a rivolgersi, anche in casi di emergenza, all’altra forza di polizia competente per zona. Unificare le forze mediante l’istituzione di una sala operativa comune consentirebbe il recupero di risorse umane oggi tanto necessarie. Tale soluzione agevolerebbe anche l’attività del questore nella sua qualità di responsabile tecnico-operativo di tutte le forze di polizia operanti sul territorio provinciale».