SCARLINO – La messa a discarica e lo smaltimento di gessi e residui di lavorazione della Tioxide continua ad essere un problema, tanto che «rimane una forte preoccupazione per l’inesorabile diminuzione degli attuali spazi sulla cava di Montoni per la messa a terra dei gessi, che comporterebbe in maniera inequivocabile la fermata dell’attività di produzione entro pochi mesi». Questo è quanto è emerso nell’incontro avvenuto presso il Comune di Scarlino tra i segretari di CGIL, CISL, UIL (Santini, Della Spora, Granelli) del settore chimici e le relative componenti della RSUFulc dello stabilimento Huntsman Tioxide, e il sindaco Maurizio Bizzarri, il vicesindaco Marcello Stella, l’assessore alle attività produttive Guido Mario Destri.
«I sindacati hanno presentato il quadro generale del contesto aziendale organizzativo – dice il sindaco Bizzarri – e quello relativo agli investimenti del nuovo progetto in corso di costruzione denominato Marte e alle nuove acquisizioni del gruppo a livello mondiale. Per quanto riguarda l’aspetto produttivo, la marcia dell’impianto prevista per il 2014 è di circa 70.000 tonnellate, in linea con le richieste del mercato che appare in risalita. La ripresa della domanda di biossido di titanio, dopo un periodo di marcia a 2 linee, ha creato qualche problema a livello manutentivo e non permette di soddisfare completamente le richieste del mercato. I livelli occupazionali sia diretti che delle imprese appaltanti sono invece pressoché stabili».
«Le nuove acquisizioni a livello di gruppo, assieme all’annoso problema dello smaltimento dei gessi creano qualche preoccupazione tra i lavoratori per il processo di competitività che potrebbe innescare tra i siti produttori di biossido di titanio, in termini di costi e del riutilizzo dei residui – prosegue Bizzarri -. Il progetto Marte è in fase di completamento e permetterà oltre ad altri vantaggi sulla attività produttiva, una riduzione di circa il 15 % dei residui di lavorazione. Le varie opzioni di riduzione o possibilità di riutilizzo degli stessi e delle sperimentazioni (Progetto Marte, kapping discariche, fertilizzanti…ecc), pur apprezzabili, non riducono i volumi in maniera tale da consentire la chiusura del ciclo e il non utilizzo della messa a discarica dei gessi».
«Tenuto conto dell’importanza strategica del polo industriale di Scarlino, la fermata della Tioxide comporterebbe un effetto domino sulle altre attività produttive e sui servizi coinvolgendo centinaia di addetti che lavorano, direttamente o indirettamente, nel sito della piana di Scarlino. Si rende quindi necessario a breve – conclude Bizzarri – aprire un confronto tra il sindacato e le istituzioni a livello locale e sovracomunali (Provincia e Regione) oltre che con i vertici aziendali della multinazionale, al fine di pianificare soluzioni durature nel tempo, che abbiano come obiettivo la reale diminuzione dei gessi, la sostenibilità ambientale e il mantenimento dei livelli occupazionali attuali: visto la grave crisi che attanaglia il nostro paese, non possiamo certo permetterci ulteriori perdite di posti di lavoro».