di Barbara Farnetani
GROSSETO – Non è bastato il caso Boldrini, le offese sessiste e gratuite ai danni della presidente della Camera. Anzi, sembra che quel caso non abbia insegnato proprio nulla, visto l’attacco violento, volgare e senza senso di cui è stata vittima Matilde Giovani, dirigente nazionale del Pd, già segretaria del Partito democratico all’Argentario (per ingrandire cliccare sulla foto).
Ieri Matilde Giovani aveva postato un tweet, a seguito dell’incontro sull’informazione organizzato dal partito presso la sala della Fondazione Il Sole. Nel tweet scriveva “è il pdnetwork che deve raccontare il Paese reale attraverso i suoi militanti. Raccontiamo come”. Insomma un “cinguettio” come tanti, per raccontare un momento dell’incontro. Un tweet a cui il profilo “@neholepallepiene”, questo lo pseudonimo dietro cui si rifugia non si sa bene chi, ha risposto, letteralmente “non sapevo che le prostitute erano maestrine” (sic!). Una risposta senza senso, un attacco personale, volgare, aggressivo, come altri visti in questi giorni sempre ai danni delle donne, attaccate non per le loro competenze, ma sempre con aggressioni verbali personali e a sfondo disgustosamente sessuale, come se per offendere una donna, per dominarla, per umiliarla, non ci fosse altro modo se non relegarla al ruolo di prostitutta, di mero oggetto sessuale al servizio del maschio.
Sul proprio profilo facebook, Matilde Giovani, si dice “orgogliosa di quel che sono. Dedicato a chi mi chiama prostituta per quel che dico, vergogna, #siamotuttelaura” e ovviamente sono tante le testimonianze di solidarietà che sulla pagina facebook di Giovani si sono susseguite oggi. Amici, assessori, compagni di partito, amministratori. Ma anche comuni cittadini che hanno voluto farle sentire la propria vicinanza.