di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Il commissario Russotto attendeva una risposta definitiva per venerdì prossimo, ma non l’avrà. I lavoratori della ex Mabro vogliono vederci chiaro e, in merito alla proposta di una divisione dell’azienda, chiedono ulteriori approfondimenti, dando mandato ai segretari provinciali Furio Santini per Filctem Cgil, Fabio Della Spora per Femca Cisl e Rinaldo Carlicchi per Uiltec Uil, di scrivere una lettera a Russotto, in cui si chiedono risposte concrete e spiegazioni da mettere nero su bianco in relazione al futuro delle fabbrica grossetana. Tanti i lati oscuri dell’ipotetica divisione da chiarire: il tipo di rapporto di lavoro, quanti i dipendenti da spostare nei rami di azienda, quali ammortizzatori sociali sarebbero utilizzabili, che fine farebbero i TFR, come risolvere la questione del capannone e come proseguirebbe il percorso di Prodi bis, a tutti gli effetti non ancora ufficialmente attivo. Interrogativi e dubbi leciti che lo stesso Russotto si troverà ad affrontare e dovrà chiarire a breve.
Divisioni. Nell’assemblea generale che si è tenuta in fabbrica, emergono ancora i punti di contrasto tra i dipendenti. La spaccatura è sempre netta e difficile da risanare. Anche sull’ipotesi della divisione dell’azienda si avvertono frammentazioni. Decisamente più restia la parte dei lavoratori Cgil, con a capo la Rsu, che ritiene inutile questo tipo di verifica e chiede di passare oltre. Per loro la richiesta di divisione è inaccettabile, significherebbe chiusura certa e chiedono a gran voce che il commissario metta in atto il suo mandato: ovvero portare avanti la procedura di Prodi bis. L’alternativa più concreta nello scenario Mabro però, sarebbe quella di andare al bando di gara unica, trovando un acquirente in grado di rilevare l’intero blocco dell’azienda. A tal proposito la Rsu si dice sicura che un compratore ci sarebbe, ma è chiaro che quest’ultimo si dovrebbe fare avanti, in tempi brevi, con la proposta diretta a Russotto per dare una svolta significativa alla vicenda Mabro. Più favorevole a valutare la divisione della fabbrica, la parte delle dipendenti che sinora ha appoggiato l’azienda. Dopo le discussioni di rito, tuttavia, alla conclusione dell’assemblea nessuna votazione viene effettuata, prevale però la linea di apertura verso la creazione dei rami di azienda. Quanto meno verrà chiesto a Russotto di chiarire gli intenti, poi sarà la volta delle valutazioni, anche se alla fase successiva è prevedibile una nuova divergenza tra lavoratori.
Cassa integrazione. Nello scenario della ex Mabro preoccupa non poco la questione legata agli ammortizzatori sociali per i dipendenti. Nello specifico la cassa integrazione in scadenza il 6 febbraio, rischia di non essere rinnovata. Un aspetto che preoccupa profondamente anche i sindacati che cercano di far luce sulla vicenda. Con la legge Fornero, infatti, senza prospettive produttive diventerebbe difficile, se non impossibile, ottenere l’erogazione di una ulteriore cassa integrazione. Per questo lunedì prossimo, alle 10.30 è previsto un incontro con l’Inps per stabilire se questo tipo di ammortizzatore sociale è ancora rinnovabile per i dipendenti della ex Mabro.