Gavorrano – Dopo la protesta formale del sindaco Massimo Borghi contro la riduzione dell’orario di apertura dell’ufficio postale di Giuncarico, aperto solo quattro giorni alla settimana, anche il consiglio comunale di Gavorrano prende una posizione netta contro il taglio ai servizi nelle frazioni e nei piccoli centri del nostro comune.
Nell’ultima seduta del consiglio è stato approvato all’unanimità il documento presentato dal centrosinistra contro i tagli che stanno interessando servizi essenziali sul nostro territorio. Le situazioni più preoccupanti riguardano gli uffici postali di Giuncarico e Ravi, ma non solo. Nella mozione si parla infatti anche del ridimensionamento dei collegamenti ferroviari tra la stazione di Gavorrano e i due centri principali della provincia, Grosseto e Follonica, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario predisposto da Trenitalia.
Nella foto: l’ufficio postale di Giuncarico. Dalla scorsa estate è aperto soltanto quattro giorni alla settimana: martedì e giovedì l’ufficio rimane chiuso. Rispetto al passato il servizio è sicuramente peggiorato e per i residenti sono aumentati i disagi anche in considerazione del fatto che a Giuncarico non esiste uno sportello bancario.
«Questo abbassamento del livello dei servizi erogati – spiega Andrea Biondi, capogruppo del centrosinistra – , anche in considerazione della presenza di un numero consistente di popolazione anziana e della localizzazione geografica dispersiva delle nostre frazioni, penalizza la qualità della vita dei cittadini che risiedono nelle frazioni del Comune di Gavorrano, compromettendo lo sviluppo delle piccole comunità, che al contrario vanno valorizzate e difese».
Una iniziativa quella del consiglio comunale che segna almeno politicamente l’impegno da parte delle istituzioni a contrastare le decisioni assunte da Poste Italiane e da Trenitalia per difendere il futuro di Gavorrano. Iniziativa salutata in modo positivo anche dall’opposizione che si unisce all’appello della maggioranza. Un’unica voce, trasversale, per farsi sentire a livello centrale, dove le decisioni vengono prese seguendo la logica dei costi e dei ricavi, che se è una regola da rispettare in ambito aziendale non lo può essere quando di parla di servizi pubblici e di qualità della vita.