GROSSETO – L’invito rivolto agli iscritti al circolo di Gorarella da parte di Rita Bernardini a non partecipare al congresso «È profondamente scorretto e contrario al codice etico (laddove impegna al rispetto delle decisioni prese dagli organismi di garanzia) oltre che fondato su una ricostruzione faziosa e non corrispondente ai fatti». Afferma la Commissione congressauale del Pd che prosegue: «Emiliano Coppetta è stato dichiarato ineleggibile dalla commissione nella seduta del 29 ottobre e, sempre in quella data, la commissione rimandava ad un successivo esame gli effetti che quella decisione avrebbe comportato in merito al congresso del circolo di Gorarella».
Nella seduta del 5 novembre la commissione ha deciso la ripetizione del congresso del circolo Gorarella sostanzialmente perché «il voto era stato falsato dall’errore della presidenza nell’ammettere al voto un candidato risultato poi privo del diritto all’elettorato attivo (non era eleggibile anche se, occorre ricordare, riportava un numero di voti superiore a quello di Rita Bernardini). Contro tale decisione Rita Bernardini proponeva ricorso alla commissione regionale di Garanzia chiedendo il riconoscimento della propria elezione a segretario e dell’assemblea di circolo composta, nella pretesa della Bernardini, esclusivamente dai 20 delegati della propria lista privando, di fatto, la maggioranza degli iscritti della rappresentanza all’interno dell’assemblea del circolo». Praticamente Bernardini chiedeva di essere proclamata vincitrice visto che Coppetta era ineleggibile, mentre la Commissione ha deciso per la ripetizione delle votazioni per non lasciare senza rappresentanza la maggior parte degli elettori che non aveva scelto lei.
La commissione regionale di garanzia (in seconda ed ultima istanza) nella seduta del 9 novembre ha espresso parere favorevole alla decisione presa dalla commissione congressuale di Grosseto in merito alla ripetizione del congresso di Circolo. «Riteniamo che votare non rappresenti un delitto e che ridare la scelta agli iscritti in caso di errore nell’ammissibilità – non commesso nel circolo di Marina di Grosseto – sia un loro diritto – precisa la commissione Pd -. Nessuna illegittimità, nessuna violazione delle regole, nessun comportamento scorretto se non quello di chi, arrivando ad invitare a non partecipare ad un congresso regolarmente indetto, nuoce all’immagine del Partito Democratico».