di Piero Simonetti*
Gavorrano – «Poeti e pittori gentili, celebrarono con pietà sublime, con tenerezza stillante lacrime, dal verso e dal pennello, la morte di Pia. Quanto più degno soggetto e più grande avrebbero pòrto a chi immortalò con tre soli versi la Pia, la fine miseranda e la figura amorosamente eroica della povera Anita, venuta dall’America a morir martire sotto i pini d’Italia!»
Con queste parole Giuseppe Bandi ricordò a Livorno nel 1889 la morte di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio conosciuta come Anita Garibaldi, avvenuta il 4 agosto 1849 nella cascina del marchese Guiccioli, alle Mandriole di Ravenna (nell’illustrazione in alto sono raffigurati Giuseppe Garibaldi e Anita).
Dal 2 luglio in fuga da Roma, attraverso la Toscana, San Marino e le Romagne, inseguiti dalle truppe papaline ed austriache, i garibaldini si trovarono seriamente braccati e si dispersero in vari sfortunati scontri con il nemico.
Dopo un fortunoso sbarco a Magnavacca, Garibaldi ordinò ai suoi di mettersi in salvo e sparpagliarsi. Lui restò con la sua Anita che, essendo incinta da mesi, stava male e doveva esser trasportata in braccio. Con i due rimase solo il fido Giovanni Battista Culiolo, detto “capitano Leggero”.
Dopo vari nascondigli e rapide fughe per le zone di Comacchio, Anita – ormai agonizzante – morì alle quattro del pomeriggio, distrutta dalla febbre e dalle fatiche aggravate dalla gravidanza.
Con il cuore spezzato e gonfio di pianto Garibaldi delegò al fattore Ravaglia il compito di dare degna sepoltura alla sua Anita e, per evitare di esser catturato dagli sbirri austriaci che gli erano ormai alle calcagna, proseguì la fuga in compagnia del capitano Leggero.
Dopo soli 28 giorni Garibaldi – continuando la fuga – giunse in Maremma, sostando nella notte tra il primo ed il 2 settembre nel podere Guelfi, nel piano di Scarlino, in Comune di Gavorrano.
Da qui, grazie all’aiuto di molti patrioti di Massa Marittima e zone vicine (tra questi gli scarlinesi Olivo Pina, Oreste Fontani, Giuseppe Ornani e Leopoldo Carnagnini), alle ore 10 del 2 settembre 1849 Garibaldi partì da Cala Martina verso la salvezza, sbarcando tre giorni dopo a Porto Venere.
Il “Comitato Maremmano per la tutela e promozione dei Valori Risorgimentali”, con questo breve ricordo, intende onorare la memoria di Anita in quest’anno celebrativo del 150° dell’Unità d’Italia, Anita, eroina sudamericana, martire a soli 28 anni per la causa italiana.
*Presidente Comitato Maremmano per la tutela e promozione dei Valori Risorgimentali