di Barbara Farnetani
GROSSETO – 19 milioni di euro solo nell’ultimo anno, di cui 3,5 provenienti dai contribuenti, e il resto da finanziamenti regionali e ministeriali. È il bilancio del Consorzio Bonifica che a fine mandato presenta il “Rapporto ai cittadini”. Lo fa con un dvd in cui sono elencate le opere fatte e i soldi spesi dal 2006, un dvd che potrà essere ritirato presso la sede del Consorzio stesso da tutti i cittadini. Se nel 2006 sono stati investiti e spesi oltre 8 milioni di euro, nel corso degli anni l’impegno del Consorzio e mano a mano cresciuto. Anche perché, aldilà delle opere più o meno ordinarie di manutenzione, se ne sono aggiunte di sempre maggiori come ad esempio l’intubazione del canale secondario di irrigazione che è costato quasi 6 milioni di euro, e l’esecuzione dei pennelli a mare di Marina di Alberese per 2 milioni e 860 mila euro. Praticamente la contribuenza garantisce solo la manutenzione ordinaria, tutto il resto è garantito dal Consorzio stesso.
«L’opera del Consorzio in questi anni – sottolinea il presidente della Provincia Leonardo Marras – ha prodotto un innalzamento della sicurezza idraulica a partire dalla protezione della città. Per due anni a causa del patto di stabilità abbiamo tolto l’ossigeno al Consorzio, ma non si è fermato. È andato avanti anticipando i soldi per i lavori alle imprese. Questo è uno dei territori più fragili della Toscana, e un’opera adeguata è importante». «Prima quando ci si avvicinava ad un fosso non si sapeva mai di chi era la competenza e spesso non venivano puliti – afferma il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi – e invece spesso la forza della natura ci piomba addosso proprio a partire dai piccoli canali vuoti in estate e pieni in inverno. Il Consorzio di Bonifica ha fatto uno studio del territorio e investimenti forti per la prevenzione di quella che è, di fatto, una pianura alluvionale. Ci sono zone dentro la città che sono sotto il livello del mare di ben tre metri, per questo ci sono tutti questi canali (ad esempio San Rocco) e idrovore. Con un unico Consorzio si potrà gestire tutto il bacino dell’Ombrone che nasce a Castelnuovo Berardenga. È importante che ci sia una vigilanza delle acque a monte. Anche per il Sovata ci sono progetti per fare invasi di tipo collinare». Anche per Braccagni ci sono alcuni progetti in corso: ci vuole un terzo foro sotto la strada oltre ai due già fatto per mettere in sicurezza il Madonnino così da coadiuvare il lavoro dell’idrovora. E per Braccagni, come anche per Fonteblanda e Talamone «serve un intervento dell’Anas, visto che la costruzione della strada ha portato l’acqua a confluire tutta sul paese» precisa Bellacchi.
«Il Consorzio – ricorda Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio Bonifica – si occupa della sanità idraulica del territorio, della regimentazione dei corsi d’acqua naturali, della conservazione e dell’incremento delle risorse idriche per usi agricoli ed idroelettrici, della realizzazione e la manutenzione delle opere di bonifica, della disinfestazione di zanzare e topi, degli interventi d’emergenza in caso di calamità naturali in task force con la Protezione Civile. Un’evoluzione, quella del Consorzio che lo ha portato alla ridefinizione e all’allargamento del comprensorio ad incrementare virtuosamente il rapporto con le istituzioni e soprattutto a stabilire una costante comunicazione ai cittadini». Fabio Becherini vicedirettore generale vicario della Banca della Maremma che è tesoriere del Consorzio ricorda «i momenti intensi, di forte collaborazione tra Consorzio e Banca, che ha contribuito a gestire i momenti critici, come il patto di stabilità. Investimenti, macchinari, immobili: lo sviluppo è stato costante e prima c’è sempre stato un passaggio con la banca per capire se detti investimenti avrebbero retto da un punto di vista economico-finanziario». «Il contributo dei cittadini – tiene a precisare Bellacchi – non aumenterà, nonostante sia tra i più bassi. Si paga 8 euro per ettaro, mentre altrove se ne pagano 58». e sempre parlando delle prossime elezioni Bellacchi rassicura «la sede resterà a Grosseto, poi ce ne vorranno due distaccate, una a Siena e l’altra per il sud della provincia».