GROSSETO – Crisi del commercio, regolamenti da far rispettare, tasse e concorrenza sleale. Tutti aspetti che inducono l’Anva (associazione nazionale commercio su aree pubbliche) a prendere posizione sulla piaga dei venditori abusivi: «Comprendiamo ed abbiamo a cuore il risvolto sociale della tematica, in questo momento senza dubbio aggravato dalla crisi economica in atto, ma di contro ci preme porre attenzione sull’impatto che questo fenomeno ha sul mondo dei venditori ambulanti e delle imprese in generale – spiega il presidente Simone Zippilli -. Viviamo un momento in cui le aziende sono oberate di adempimenti e spese, la tassazione è a livelli ormai non più sopportabili, la perdita di potere di acquisto delle famiglie ha ridotto drasticamente i consumi, molti mercati si stanno dequalificando e per le imprese del commercio su aree pubbliche gli introiti si sono fortemente ridotti. Nonostante ciò la categoria ha fatto un passo importante verso il sostegno della legalità, con l’introduzione in molte regioni, tra cui la Toscana, dell’obbligo, per l’esercizio dell’attività ambulante, del Documento Unico di Regolarità Contributiva».
«In un simile contesto, di conseguenza, la concorrenza sleale da parte di venditori abusivi che sfuggono agli obblighi normativi, fiscali e contributivi, è inevitabilmente e comprensibilmente non più tollerabile dalla categoria – aggiunge Zippilli -. Pur consapevoli delle difficoltà organizzative che le azioni di controllo e repressione del fenomeno comportano, non possiamo che continuare a sostenere con forza la necessità che l’ attenzione al problema sia costante, con azioni Interforze ed un confronto ed un monitoraggio continui che coinvolgano tutti i soggetti interessati dal problema, mondo imprenditoriale compreso. Ed in questo senso confermiamo la nostra disponibilità a dare il nostro contributo. In molte realtà locali qualche passo avanti è stato fatto, con una intensificazione dei controlli, ma l’attenzione che anche oggi investe il problema non può che confermare che, purtroppo, c’è ancora molta strada da fare».