GROSSETO – Individuare e certificare le competenze che un volontario sviluppa nel suo impegno per le associazioni, valorizzare il contributo al fine di poterlo indirizzare verso ruoli adatti e facilitare la mobilità interassociativa. Restituire a chi fa volontariato la percezione che non solo offer il suo contributo alla comunità, ma che al tempo stesso sviluppa competenze utili per la sua vita, privata e professionale, e per le sue scelte. Sono questi gli obiettivi che hanno portato la delegazione Cesvot di Grosseto a ideare il “Passaporto del Volontario” un progetto innovativo che permetterà in futuro, anche su scala nazionale, di venire incontro alle esigenze delle associazioni di volontariato migliorando la capacità di accogliere i volontari, aumentando il loro benessere e la percezione di efficacia delle loro azioni. C’è infatti un’area vasta di soggetti che non sono impegnati in associazioni ma che offrono contributi significativi, spesso a termine e senza coordinamento e valorizzazione. Il progetto ha quindi come obiettivo quello di dare delle risposte concrete agevolando la costruzione di nuovi patti tra associazioni e volontari sulla base del riconoscimento delle competenze sviluppate nel corso dell’esperienza del volontario.
«In Toscana ci sono 1.178 volontari ogni 10mila abitanti. Un numero del 30% superiore rispetto alla media italiana (801). Questo significa che abbiamo un vero e proprio patrimonio di risorse umane impegnate nel volontariato – spiega Andrea Caldelli (a destra nella voto), presidente della delegazione Cesvot di Grosseto – Il “Passaporto del volontario” permetterebbe di coordinare al meglio le competenze disponibili e il tempo che questi volontari mettono a disposizione delle loro comunità, contribuendo al miglioramento complessivo della macchina del volontariato, affrontando così le difficoltà e le richieste delle associazioni e allo stesso tempo agire tempestivamente in situazioni di emergenza».