di Daniele Reali
GROSSETO – A scrivere la parola fine alla lunga battaglia di ricorsi e controricorsi per il congresso del Partito democratico di Grosseto è direttamente la commissione nazionale di garanzia. Oggi l’organo supremo del partito al quale lo statuto assegna le funzioni di verifica di “ultimo grado” sulle controversie congressuali, si è espresso in modo definitivo confermando la validità di tutte le operazioni di voto dei circoli maremmani.
In modo inequivocabile dunque si chiude la partita tra Barbara Pinzuti e Marco Simiani a vantaggio propria della “rossa” segretaria che si prepara così a vivere la vigilia dell’assemblea di domenica prossima con una certezza in più.
Come è trapelato oggi da Roma infatti i famosi ricorsi che riguardavano i circoli Barbanella e Pace, dopo il primo pronunciamento “d’ufficio” da parte della commissione di garanzia, arrivato all’inizio di questa settimana proprio su indicazione del presidente Luigi Berlinguer, erano approdati ieri sul tavolo della commissione nazionale del congresso.
Dopo una prima analisi, gli esposti, arrivati da Grosseto via Firenze, erano stati inviati proprio alla commissione di garanzia insieme ad altri casi spinosi che a livello nazionale avevano fatto gridare allo scandalo. Già questa mattina alcune agenzie di stampa parlavano proprio di un nuovo parere complessivo che era stato chiesto alla commissione di garanzia. Quel parere è poi arrivato: «la documentazione fornita dalla commissione provinciale del congresso è stata ritenuta ineccepibile» hanno fatto sapere dall’organo romano, chiudendo, a questo punto per sempre, la corsa per la segretaria.
Domenica intanto, come abbiamo già dato notizia, i 258 delegati del Pd si riuniranno in assemblea “plenaria” e le novità di oggi, arrivate direttamente da Roma, dovrebbero probabilmente favorire l’apertura di una nuova fase nel partito. Questo però lo scopriremo dalle facce, più distese o più tirate, che vedremo dopo domani nelle sale della fattoria “La Principina”, dove il Pd proverà a essere più partito e meno campo di battaglia.