AMIATA – «Sono contento che il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, abbia cambiato idea sul referendum. Qualche mese fa fu uno dei massimi artefici della bocciatura della proposta di referendum sulla fusione di Arcidosso e Castel del Piano, adesso però non si sente “di dover negare un referendum”. Ma Franci vuol fare il furbo: ha capito che l’andazzo della Regione è che, se almeno in un Comune tra quelli chiamati al voto referendario vince il “no”, la fusione non si fa.
Per questo preferisce un referendum con otto Comuni e non con quattro: così raddoppiano le possibilità che almeno in un Comune i cittadini preferiscano il “no” alla fusione». È quanto afferma il capogruppo di Più Toscana-Federazione dei Cristiano Popolari in Consiglio regionale, Antonio Gambetta Vianna, che commenta la presa di posizione del primo cittadino di Castel del Piano, Claudio Franci, sulla proposta di legge per indire un referendum sulla fusione di Arcidosso, Castel del Piano, Santa Fiora e Seggiano costituendo il Comune di Città dell’Amiata.
«La vera preoccupazione del sindaco – prosegue Gambetta Vianna – non è il bene dei cittadini, che passa anche dalla semplificazione amministrativa e dal risparmio della cosa pubblica, bensì l’esistenza di quel carrozzone chiamato Unione dei Comuni. Un inutile ente intermedio, questo, che ha già fallito da altre parti, come nella vicina isola d’Elba. Il “bello” è che a Roma si discute sull’abolizione delle Province e poi si tende a difendere a spada tratta enti sovracomunali intermedi come le Unioni dei Comuni… E, poi, la fusione porta tanti vantaggi a livello economico da poter destinare alla crescita del territorio. Ma, come detto, l’importante è preservare le poltrone dell’Unione dei Comuni».
Infine, il leader di Più Toscana-FdCP in Palazzo Panciatichi ricorda che «ogni Comune, anche nella fusione, mantiene una propria identità attraverso la previsione dell’istituto del Municipio. Perciò, la cultura sociale dei cittadini e l’importanza dei presidi sul territorio non verrebbero a mancare, come vuol far credere, disinformando la popolazione, il sindaco Franci. Nessuna trasformazione, quindi, dei piccoli Comuni in grandi periferie abbandonate. Anzi, questa è proprio una falsità strumentale. E, comunque – conclude Gambetta Vianna –, le periferie sono abbandonate se gli amministratori non sono all’altezza del proprio compito».