GROSSETO – Il vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, rinnova l’invito a tutte le donne e agli uomini di buona volontà a prendere parte, domenica 3 novembre alle 21, all’iniziativa pubblica “Lampedusa è qui”, fiaccolata silenziosa che attraverserà il centro storico della città di Grosseto ad un mese esatto dalla tragica morte di oltre 300 profughi in prossimità della costa di Lampedusa.
Saranno presenti all’iniziativa, per offrire la loro testimonianza e le loro storie, don Stefano Nastasi, fino a poche settimane fa parroco della parrocchia di San Gerlando di Lampedusa, e fr. Firàs Lutfa. Don Stefano racconterà di quest’isola “cuore del Mediterraneo, naturale crocevia di popoli, abitata da una comunità capace di farsi carico di gesti ascrivibili all’esercizio premuroso dell’incontro con l’altro”, come lui stesso l’ha descritta nella lettera inviata alcuni mesi fa a Papa Francesco per invitarlo a Lampedusa. Quindi ascolteremo le parole di fr. Firàs, frate minore francescano di origini siriane, che racconterà il dramma del suo Paese. Il religioso, che attualmente studia a Roma, ha trascorso la scorsa estate nel suo Paese, per prestare la sua opera nei villaggi siriani cristiani, dove lavorano alcuni suoi confratelli e sacerdoti duramente provati dal clima di persecuzione e dalla guerra in corso. E’ stato lui a recuperare e raccogliere il corpo ormai privo di vita di un sacerdote ucciso dai ribelli.
Lampedusa e la Siria: l’una il punto di approdo di tanti uomini e donne che fuggono dai loro Paesi in cerca di futuro e dignità; l’altra esempio di quelle radici della disperazione che affondano in tutti quei Paesi martoriati da guerre, carestie, malattie.
La fiaccolata partirà alle 21 da piazza Rosselli, di fronte al palazzo della Prefettura. Sarà preceduta da un breve indirizzo di saluto del vescovo e da alcune letture. Poi il percorso silenzioso di chi vorrà partecipare lungo via IV Novembre, il corso Carducci fino a piazza Duomo. Sul sagrato della Cattedrale di San Lorenzo il vescovo Rodolfo accenderà il fuoco in un braciere versandovi anche grani di incenso a significare l’anelito dell’uomo verso l’infinito di Dio. Quindi le testimonianze di don Stefano e fr. Firàs.