GROSSETO – L’Onorevole Luca Sani, presidente della commissione Agricoltura della Camera, ha depositato un’interrogazione in commissione Ambiente per chiedere al governo di farsi finalmente carico del tema della gestione di lupi, ibridi e canidi che stanno mettendo in ginocchio gli allevatori ovicaprini.
«Gli esempi di quel che è successo in Svizzera e Francia, dove nel rispetto delle regole sono state realizzate politiche efficaci di gestione delle popolazioni di predatori, ivi compresi alcuni abbattimenti – sottolinea Luca Sani – sta a dimostrare che anche nella nostra realtà è possibile affrontare il problema in modo concreto e soddisfacente per gli allevatori.
Le normative di riferimento sono la convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa (in particolare l’articolo 9) e la direttiva “Habitat” 92/43CE. In entrambi i casi, l’attuazione delle politiche di gestione e la presentazione di richieste di deroga per procedere all’abbattimento di esemplari di specie protette, spetta agli Stati, che hanno una propria autonomia e soggettività.
Il problema è che in Italia non esiste attualmente una legge nazionale che regoli la conservazione o la gestione delle specie protette, e che la legge 157 del 1992 si limita a indicare solamente che le specie protette non possono essere sottoposte a prelievo venatorio. Mentre lo strumento normativo di riferimento è “il Piano di azione nazionale per la conservazioni dei lupi”, redatto nel 2012 dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Che raccoglie una serie di raccomandazioni per gli enti locali da attuare in maniera sinergica e concordata.
La sua validità era di 5 anni ed è quindi necessario un aggiornamento, anche al fine di elaborare protocolli d’intervento che prevedano un monitoraggio continuo della popolazione ed azioni di prevenzione e salvaguardia capaci di promuovere un’effettiva e continuativa sostenibilità territoriale della presenza del lupo.
Al governo, pertanto, ho chiesto che si attivi per adeguare il piano, ma anche di dare attuazione alla risoluzione congiunta approvata dalla commissione Agricoltura della Camera dei deputati il 19 giugno 2013, che impegna l’esecutivo a proseguire iniziative di monitoraggio, studio e ricerca a livello nazionale, coinvolgendo anche le istituzioni territoriali e le associazioni interessate, per promuovere misure efficaci e concordate di prevenzione e sostegno per i danneggiamenti subiti dalle aziende, utilizzando anche fondi europei. La risoluzione impegna inoltre l’esecutivo ad “assumere in sede europea, previa verifica delle misure adottate da altri Paesi europei per fronteggiare problemi analoghi, le iniziative eventualmente necessarie per adeguare il quadro normativo vigente alle esigenze dell’agricoltura italiana, al fine di assicurare la sostenibilità delle attività agricole e zootecniche nel rispetto delle esigenza di tutela delle specie animali”».