di Lorenzo Falconi
ALBERESE – La quarta campagna di scavi archeologici presso il sito di Spolverino, nei pressi di Alberese, ha fatto emergere interessanti strutture produttive, dedite alla lavorazione di vari metalli (leghe di rame, ferro e piombo) che si sono sviluppate a partire dalla metà del II secolo d.C., sino alle soglie del Medioevo. I dati sinora raccolti permetteranno di migliorare l’attrattiva turistica all’interno del Parco della Maremma e pongono le basi per una migliore definizione delle dinamiche insediative di epoca romana, collegandosi ai risultati ottenuti anche nei vicini siti di Hasta, Montesanto e dell’area dei templi di Diana Umbronensis. Proprio sul turismo si estende la riflessione: «Vogliamo festeggiare la fine della campagna di scavi raccontando il lavoro svolto – spiega l’assessore comunale alla cultura Giovanna Stellini -, è un momento di interesse e di attrazione per questa zona». Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Colombini, presidente dell’associazione culturale “Progetto Archeologico Alberese”: «Il nostro percorso è iniziato nel 2009, quest’anno ci siamo strutturati in maniera importante con ricerche e valorizzazione del sito».
Durante la campagna di scavi è stato, inoltre, individuato un nuovo sito, posto lungo l’antica linea di costa di età romana. Le indagini si sono concentrate nella comprensione della consistenza delle stratigrafie residue, oltre che al recupero di numerosi artefatti e strutture murarie. «Credo che questa attività stia mettendo in luce un’attività molto importante – osserva Lucia Venturi, presidente del Parco della Maremma -, questo territorio si sta rivelando di grande ricchezza storico-paesaggistica. Valorizzare ciò che emerge servirà ad incrementare le risposte positive che abbiamo avuto già quest’anno in termini di visite».
Le indagini, condotte dal Dipartimento di Archeologia dell’University of Sheffield, in Inghilterra, sono state rese possibili grazie al costante interessamento della Tenuta di Alberese – Terre Regionali Toscane (proprietaria dei terreni), dell’Ente Parco Regionale della Maremma e della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana. «Il progetto è di ampio respiro internazionale – spiega Alessandro Sebastiani dell’University of Sheffield -. Durante gli scavi abbiamo avuto la presenza di volontari e studiosi provenienti da tutto il mondo. L’appuntamento è fissato per il prossimo anno, quando ci saranno nuove scoperte, intanto è giunto il momento di mostrare al pubblico i primi reperti. In futuro il turismo legato all’archeologia è ciò che auspichiamo per il territorio».