di Lorenzo Falconi
GROSSETO – E’ un assemblea generale da “lacrime e sangue” quella presentata dal presidente di Ance Grosseto Andrea Brizzi. L’edilizia accusa il colpo della crisi in ambito nazionale e di conseguenza il settore arranca terribilmente anche in Maremma, dove i dati esposti sono tutt’altro che positivi. Un grido di allarme che da mesi resta inascoltato, soprattutto a carattere nazionale, dove l’instabilità politica smorza sul nascere qualsiasi iniziativa volta ad una possibile ripresa del settore. Tanti i temi trattati in un incontro molto partecipato a carattere istituzionale e associativo, come sempre accade quando l’Ance relazione sull’andamento dell’economia locale. Alla fine sono sempre i numeri a farla da padrone, forse perché a dispetto delle parole è più difficile che mentano. «Siamo al diciannovesimo trimestre consecutivo di calo nella produzione delle costruzioni con allarmanti effetti sul mercato del lavoro e sulle imprese – spiegano con preoccupazione dall’Ance -. Nella Cassa Edile della provincia di Grosseto le imprese mediamente sono diminuite da 535 a 474, con una contrazione del -11,96%. Gli operai sono passati da 2.255 dei primi sei mesi dell’anno 2012 a 1.943 del primo semestre 2013 con una diminuzione di 312 addetti (-13,83%). Negli ultimi 4 anni sono state cancellate le posizioni di oltre 1.500 lavoratori con licenziamenti dei nostri operai. E’ come se avessimo chiuso 7 aziende come la Mabro».
In calo, ovviamente, anche i permessi a costruire: «Dai 423 del 2012 sono scesi a 350 (-67); per gli interventi di manutenzione vi è stato un aumento, dagli 870 permessi del 2012 siamo passati ai 1089 – osservano da Ance -. Pertanto sono penalizzate le nuove costruzioni, vi è una sostanziale tenuta con lieve tendenza all’aumento per gli interventi di manutenzione, anche di piccola entità, questo è positivo ma non sufficiente». C’è poi il problema dei lavori pubblici: «Si sono quasi dimezzati – inquadrano dall’Ance -. Per la nostra provincia abbiamo avuto a fronte di una lieve riduzione dei bandi di gara (da 37 del 2012 a 36 nel 2013) una preoccupante riduzione di oltre il 60% sugli importi pubblicati a base di gara. Inoltre sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese, il nostro settore risulta tra i più colpiti». In sintesi anche la difficoltà di accesso al credito «nelle costruzioni è come una stretta soffocante» e la burocrazia «da anni chiediamo che ci siano snellimenti e abbattimento dei costi», fanno la loro parte nel completare il quadro tutt’altro che roseo.
La presenza dell’assessore regionale Anna Rita Bramerini, è servita in ogni caso a ad esporre una volta ancora le molteplici problematica da risolvere nel settore edile. «La presenza della Regione assume particolare valore in questo periodo – aggiungono dall’Ance -. La recente costituzione del Tavolo per l’Edilizia rappresenta, anche per la nostra Organizzazione, un’interessante cabina di regia che oltre a contrastare l’emergenza avrà lo scopo di monitorare lo stato congiunturale del nostro settore, attivando idee e norme legislative con spirito di concertazione. Vi è la necessità di rilanciare il settore edilizio per sostenere ulteriormente l’economia della Toscana. E’ una scelta strategica, che se governata con credibilità, continuità ed ampio consenso politico, saprà rispondere alle aspettative». In conclusione: «La prossima Legge di Stabilità dovrà coniugare rigore ed equità allo sviluppo, con indispensabile riduzione del costo del lavoro per le imprese e efficace modifica del cuneo fiscale per i lavoratori. L’impoverimento delle famiglie, l’assenza di prospettive e di opportunità per i giovani, la disoccupazione sono realtà su cui fare i conti. Sostenere le nostre imprese e l’edilizia significa avviare un processo di inversione di tendenza».