GROSSETO – Come si può «considerare “demagogia e opportunismo” il ricorso ad uno strumento democratico che consente alla gente di esprimersi su questioni rilevanti per l’intera Comunità, previsto dalla Costituzione e dai regolamenti municipali, attraverso il quale, sul piano più generale, è passata tanta parte della modernizzazione del Paese negli utimi decenni, dal divorzio alla difesa dei beni comuni». Il circolo grossetano di Sel risponde a Cgil Cisl e Uil sul referendum sulle Farmacie comunali, promosso, tra gli altri da Sel e Movimento 5 Stelle. «L’emergere di queste combattive aggregazioni, specialmente quando trovano il favore della popolazione – prosegue Sel -, non può che essere vissuta con curiosità e interesse dai partiti e dalle organizzazioni sociali che si battono per il rinnovamento democratico, perché tanta effervescenza può contribuire, più di molte altre cose, alla rigenerazione della stessa rappresentanza».
«Siamo legittimati a credere che con l’operazione delle farmacie (una azienda peraltro in attivo, i cui introiti alimentano il bilancio comunale e concorrono a sostenere la capacità dell’Amministrazione di effettuare investimenti; molto di più lo potrebbero fare una volta rimossi i noti vincoli comunitari, che non sono eterni, creando sviluppo e occupazione) come nella scuola per l’infanzia non ci troviamo davanti ad un provvedimento eccezionale finalizzato a fronteggiare una situazione contingente, bensì all’avvio di un cambiamento sostanziale del sistema di welfare in città, in senso fortemente peggiorativo – precisa Sel -. La posta è alta e non si può dare battaglia impugnando il fioretto. La risposta giusta è il referendum, per dire con decine di migliaia di grossetani che i privatizzatori di ogni colore e a tutti i livelli, ideatori o succubi dell’austerità, di quì non passeranno! L’iniziativa non è contro la giunta Bonifazi, del cui operato ognuno ha e conserverà il proprio giudizio. E’ contro il provvedimento in discussione e la pessima prospettiva in cui esso è inserito, sopratutto per tutelare ed estendere il complesso delle garanzie sociali, quale presidio di civiltà, oggi più che mai necessario ai nostri concittadini».