GROSSETO – «L’accoglienza verso lo straniero non é più come era nell’antichità, quando veniva considerata una sacralità. Noi occidentali abbiamo molte responsabilità, e se nel nostro Paese stanno arrivando migliaia di immigrati da mondi poveri come l’Africa, è anche colpa nostra… perchè abbiamo sempre sfruttato questi territori e continuiamo a farlo». Amedeo Gabbrielli di Fare Grosseto interviene così comemntando anche l’invito del vescovo della Diocesi di Grosseto Rodolfo Cetoloni, che parlava del bisogno di “gesti di pace e di speranza” i merito alla guerra in Siria.
«Occorrebbe più amore verso il nostro prossimo – prosegue Fare Grosseto -, dovremmo iniziare a parlare di più con gli stranieri. Se vogliamo che loro amino le nostre città, dobbiamo insegnargli ad amare. Per sapere amare occorre prima sentirsi amati. Rendiamoci conto che la maggioranza di queste persone – continua Gabbrielli – vive in condizioni impossibili, adattandosi a svolgere lavori umilianti e a volte anche illegali, però, anche questa volta, la colpa é solo la nostra… perchè li consideriamo dei fantasmi e non ci facciamo mai carico della loro situazione e delle loro difficoltà. Chiariamo, nel nostro Paese ci sono delle regole e tutti devono osservarle, compresi gli stranieri, però non possiamo continuare ad essere indifferenti di fronte a chi soffre e chiede aiuto. La cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace».