SCARLINO – Sono le acque industriali la causa della moria di pesci avvenuta il 4 agosto scorso nel canale emissario di Scarlino. Lo ha stabilito l’Arpat a seguito della consueta serie di analisi che si effettuano in questi casi. «Il canale deriva dalla miscelazione degli scarichi delle acque di processo e di raffreddamento provenienti da tre insediamenti industriali (Nuova Solmine, Scarlino Energia, Tioxide) – affermano dall’Arpat -, percorre quindi alcuni chilometri prima di immettersi in mare a nord della Fiumara di Scarlino. Lungo il percorso verso la foce il canale riceve anche le acque reflue dell’impianto di depurazione delle acque reflue urbane di Follonica. La moria del 4 agosto ha interessato il canale sin dal suo inizio e, dunque, si origina dalle acque industriali».
«In questi casi – precisa l’Arpat – la causa dovrebbe essere riscontrata in un’immissione anomala da parte delle industrie che utilizzano il canale; è doveroso pendere atto che le aziende interessate non sono a tutt’oggi state capaci di individuarne l’origine. ARPAT fa il possibile per individuare le cause ma senza il contributo sostanziale delle aziende questo risulta molto difficile».
«Dai risultati dell’ispezione effettuata dal personale Arpat e dalle indagini di laboratorio non emergono elementi che possono indicare la causa della moria – prosegue Arpat -. Nel canale emissario e nelle acque di scarico è presente cloro attivo in concentrazioni non tossiche; la temperatura risultava elevata ma compresa nei limiti normativi per i canali. Morie così estese sono legate a fenomeni di elevata tossicità acuta che esauriscono l’effetto in tempi brevi. La presenza di acque clorate e la contemporanea presenza di elevate temperature rappresentano comunque una potenziale e latente causa di tossicità cronica che potrebbe causare una crisi di tossicità acuta a seguito di eventi occasionali e/o accidentali quali, ad esempio, l’intrusione massiccia di acque clorate dal canale di adduzione al canale emissario o l’immissione di altre sostanza tossiche con effetto sinergico con l’ipoclorito».