a cura di Piero Simonetti
GAVORRANO – E’ uno dei santi maggiormente venerati in Francia, ove oltre trecento chiese portano il suo nome. In Italia invece sono solo sei le parrocchie a lui intitolate, oltre ad alcune cappelle devozionali sparse essenzialmente al nord. La parrocchia di Gavorrano è quella posta più a sud di tutte le altre a San Giuliano dedicate e dal 2012 è gemellata con la parrocchia “gemella” di Barbania (Torino).
Giuliano, originario di Vienne nel Delfinato francese, nacque nella seconda metà del III secolo d.C., in una delle famiglie più illustri della città. Abbracciò fin da giovane la carriera militare, legato da solida amicizia con Ferreolo, suo comandante e fervente cristiano nascosto negli abiti di tribuno imperiale. Ai tempi di Diocleziano imperatore di Roma e sotto Galerio governatore delle Gallie, le persecuzioni contro i cristiani si fecero davvero cruente.
Sapendosi ricercato, Giuliano si allontanò da Vienne e raggiunse la cittadina di Brioude. Ma il prefetto Crispino, che ne controllava i movimenti da tempo, lo fece seguire dai suoi soldati. Giuliano allora si consegnò a chi lo cercava, dicendo loro la famosa frase che ne esaltò la fede in Cristo, e cioè: “Io sono colui che cercate, sbrigatevi ad eseguire gli ordini che avete ricevuto. Lungi da me il volervi rimproverare di far morire uno dei vostri compagni d’armi: anzi, io vi benedirò”.
I soldati lo decapitarono sul posto.
Poi lavarono la testa di Giuliano in una vicina fontana e quindi la portarono a Vienne. Gli uccisori di Giuliano appena giunti a Vienne portarono la testa al loro comandante, che li ricompensò adeguatamente. Poi Crispino ordinò loro di portarle la testa di Giuliano al tribuno Ferreolo, il quale a quella vista comprese e si preparò al martirio colla preghiera e colla penitenza.
Pochi giorni dopo anche il tribuno Ferreolo venne decapitato.
I fedeli posero nella medesima tomba il corpo di Ferreolo ed il capo di Giuliano, adattandoli in modo che il braccio di Ferreolo girasse attorno al capo del suo amico, per rappresentare simbolicamente la loro unione nella fede cristiana, sia umana che spirituale.
La devozione a san Giuliano di giorno in giorno si estese. Da ogni parte le persone ricorrevan a lui, come San Gallo vescovo di Clermont, San Guglielmo duca d’Aquitania.
Il papa Formoso (891-896), di ritorno da Compostela, passò per Brioude a pregare sulla tomba del santo nell’anno 893. Il pio re Roberto I° delle Fiandre, vi si fermò per fare le sue devozioni l’anno 1029. Nel 1120 papa Calisto II° venne a venerare le sante reliquie e nel 1138 vi passò anche il re di Francia Luigi VII°.
Nel 430 San Germano d’Auxerre, di passaggio da Brioude, fissò la festa del santo il 28 agosto. Ricordato nel Martirologio Geroniminiano al 28 agosto, tramite Floro e Usuardo, passò alla stessa data nel Martirologio Romano.