a cura di Giulia Carri
BONIFACIO (Corsica) – Emanuele Fanfano, 33 anni, è nato a Torino, ma si è trasferito da giovanissimo in Maremma, e la chiama la mia terra.
Come sei arrivato a Grosseto?
“Per il lavoro del mio babbo, che faceva lo psicologo e ha deciso di rifugiarsi in Maremma. Avevo 16 anni quando siamo arrivati e mi sono iscritto all’Istituto Magistrale. Dopo qualche anno di Università a Firenze ho cominciato a lavorare lì come assistente fiscale alla CGLI. Ho lavorato in Toscana 5 anni. Lavoravo come un matto con contratti che non duravano più di 2 mesi, a cui dovevo sopperire con altri mille lavori precari, finché non ce l’ho fatta più e sono venuto qua in Corsica lo scorso anno. E la mia vita è cambiata.”
In che senso?
“Quando sono arrivato ho iniziato a frequentare come volontario la scuola di vela dove adesso mi trovo. Si chiama Les Glénans, è stata fondata nel 1948 da dei partigiani francesi che non riuscivano più ad ambientarsi con la società del dopoguerra, per cui cominciarono ad insegnare vela con dei pescherecci e hanno continuato per generazioni fino ad oggi.”
Adesso lavori in questa scuola?
“Sono ancora volontario, però mi hanno proposto un contratto di apprendistato pagato di due anni che comincierà in autunno. Ho iniziato come tutto fare e mi sono operato in ogni tipo di mansione. La politica della scuola è che mentre presti il tuo tempo loro ti formano come istruttore, ti danno una qualifica, vitto e alloggio, quello è lo stipendio. Adesso sono istruttore costiero e in Ottobre sosterrò un esame a Montpellier per accedere al contratto di apprendistato che durerà appunto due anni”
In cosa consiste il tuo lavoro?
“Assisto allievi su barche di 9/10 metri, con cui partiamo in crociera per una, due settimane e viaggiamo intorno all’Arcipelago della Maddalena, nel Nord della Sardegna e sud della Corsica. Più accumuli esperienza, più le rotte diventano lunghe, e arrivi in Tunisia o in Sicilia.”
Cosa ti piace di quello che fai e del posto dove vivi adesso?
“Soprattutto che sanno gratificarti e darti spazio. Se hai voglia di fare, di impegnarti ti danno ogni possibilità per riuscire. Questa è la cosa che mi ha più scioccato rispetto all’ Italia. Per 5 anni ho lavorato senza sosta e non sono arrivato a nulla, né riuscivo a vivermi nulla di quello che amo. Per questo ho mollato tutto e sono arrivato qua definitivamente a Febbraio 2013. Non è stato facile, non parlavo una parola di francese e per quasi due mesi sono stato in silenzio. Non poter parlare però è stato molto importante perché mi ha fatto concentrare tanto sul lavoro e sulla vela e poi è andato tutto in discesa, tanto da essermi guadagnato l’unico posto pagato che c’era.”
In cosa ti ha cambiato questa esperienza?
“In tutto. Ho trasformato il senso di quello che per me era indispensabile. Ho imparato, secondo me, a vivere meglio. Sono leggero e sono felice, ma paradossalmente sono più cosciente della mia vita perché ne gioisco.”
Parliamo di Maremma, cosa ne pensi come la vivi?
“Quando ero al liceo, appena arrivato, volevo scappare, ero adolescente! Andando a Firenze invece ho cominciato ad amare la Maremma e soprattutto Grosseto. E’ una terra che amo, è molto simile alla Corsica perché è ancora selvaggia e ricca di grandi spazi. Poi lì ho tutta la mia famiglia.”
Allora perché te ne sei andato?
“Perché non mi offriva niente, non trovavo la possibilità di creare qualcosa che mi facesse stare bene. Noi giovani abbiamo poche possibilità dal mio punto di vista, perché ci sono delle abitudini, di costume e intrattenimento, inamovibili. E nessuno vuole farle evolvere. Quando parlo con i miei amici, me lo confermano. E’ una situazione italiana, ma credo che Grosseto con il patrimonio che ha potrebbe più di altre realtà nazionali stare meglio. Se non dai possibilità ai giovani di imprendere e cambiare le cose, un paese muore. Ho una sorella che fa l’istruttrice di tango ed è riuscita a creare eventi in tutto il mondo, dall’India alla Sicilia, tranne che a Grosseto, perché non le hanno mai dato la possibilità di realizzare i progetti che proponeva. ”
In Corsica conoscono la Maremma?
“Non molto. Qua ci sono soprattutto francesi, conoscono Firenze ma in pochi la Maremma.”
Cosa potrebbe fare la nostra terra per valorizzarsi al meglio?
“Credo che dovrebbe nello stesso tempo tornare più umile e svegliarsi un po’. Valorizzare la sua semplicità rurale che è il suo punto forte e la sua bellezza. Nel sorriso di un anziano maremmano c’è tutta la sua storia, sarebbe bello poter trovare quei sorrisi per sempre.”
Torneresti?
“Se trovassi le giuste opportunità lavorative si. Se fossi gratificato e potessi realizzarmi certo che tornerei. E’ una terra che amo tanto, vorrei mi desse la possibilità di essere me stesso. In un certo senso, sono stato costretto a emigrare e per quanto sia felice qua, mi manca la mia casa e la mia famiglia.”