GROSSETO – La discussione sul futuro dei lavori del comparto della sanità rimane aperto. Un quadro che riguarda la Asl 9 che vede impoeganti in prima linea i sindacati.
Secondo la Cgil, in una fase delicata come questa, «è mancato un tavolo unitario di discussione che coinvolgesse tutti i soggetti interessati e coinvolti nella riorganizzazione, particolarmente utile in un momento in cui la oggettiva riduzione delle risorse economiche costringe a scelte nette e fortemente motivate».
Nel merito delle questioni sulla riorganizzazione la Cgil ribadisce di non accettare i criteri scelti.
«Il nostro territorio – spiegano – per le sue specificità, ampiezza, densità abitativa, infrastrutture e servizi di trasporto, non può essere uniformato ad altre realtà attraverso il criterio del numero di abitanti. L’accesso ai servizi sanitari deve essere garantito a tutti a parità di condizioni. I posti di lavoro e la professionalità dei dipendenti, che per ammissione dello stesso direttore generale sono una delle condizioni che ha permesso alla sua azienda di ottenere i primi posti nelle valutazioni del sistema sanitario regionale, debbono essere gelosamente salvaguardati».
«Si tratta, semmai, aggiungono – di utilizzare al meglio le risorse già presenti sul territorio, adeguando l’organizzazione e l’offerta ai nuovi bisogni. Da questo dibattito, insieme ai problemi dei presidi ospedalieri territoriali, di cui molto si parla, non deve rimanere esclusa la realtà dell’Ospedale Misericordia, con tutte le sue strutture compresi i servizi di diagnostica, su cui si rischia di gravare con ulteriori processi, non sempre utili, di centralizzazione, senza peraltro incrementarne le risorse del personale. Su questo siamo disposti a discutere con tutti, ma, appunto, a discutere e non semplicemente a prendere atto. In assenza di percorsi concertati saremo pronti ad agire, con gli strumenti propri del sindacato, a tutela dei lavoratori e dei cittadini».