GROSSETO – «Quando manca soltanto qualche giorno per sapere cosa deciderà il Tribunale di Grosseto in ordine alla ex Mabro, Fratelli d’Italia Grosseto intende esprimere le sue perplessità su quanto accaduto negli ultimi tempi, dopo l’avvicendamento nella poltrona più importante di Santoro, al posto dell’imprenditore pratese Barontini. Non si tratta di considerazioni di poco conto, quelle espresse appena entrato nel suo ruolo da Santoro. Affermare di avere 800mila euro di commesse pronte già in portafoglio, senza precisare chi è il committente e di che tipo lavoro si tratta, non ci conforta molto». Con queste parole il capogruppo in consiglio comunale per Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi (nella foto in basso), esprime le proprie perplessità sul cambio di guardia relativo dell’amministratore unico di Abbigliamento Grosseto.
«Le nostre priorità, quali amministratori, sono quelle di garantire un futuro credibile alle vestaglie blu, non imbonire la piazza per rassicurare qualcuno – prosegue Rossi -. Alle promesse ormai siamo abituati, è sui fatti concreti che però vogliamo vedere il cambiamento, altrimenti non si comprende cosa vi sia di nuovo rispetto al Barontini. Intanto Santoro ci dica chi potrebbe essere il nuovo socio industriale e quello che sarebbe disponibile ad effettuare investimenti pluriennali in una azienda indebitata e che potrebbe essere rilevata, senza debiti, a costo nettamente ribassato dopo un fallimento. Inoltre qualcuno ci sveli chi si annida dietro le fiduciarie, vere proprietarie di Abbigliamento Grosseto anzi, Santoro ce lo sveli ora che è nelle sue funzioni. Altresì, è piuttosto anomalo che lo stesso si dilunghi nel criticare la Prodi bis, quando tutti gli interessati, istituzioni in primis, hanno optato per quella strada per salvare l’azienda. Rammento che in seguito alla mozione dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia è stata approvata una mozione all’unanimità in consiglio regionale, che si esprimeva in adesione verso la Prodi bis».
«Infine sarebbe interessante capire perché Barontini è stato sostituito da Santoro, così precipitosamente – si chiede Fabrizio Rossi che prova a dare un’interpretazione dell’accaduto -. Non sarà che questo avvicendamento sia legato alla nuova normativa sul concordato preventivo decreto legge del 22 giugno 2012, n.83 nel quale si stabilisce che: “…La domanda di cui al sesto comma e’ inammissibile quando il debitore nei due anni precedenti ha presentato altra domanda ai sensi del medesimo comma alla quale non abbia fatto seguito l’ammissione alla procedura di concordato preventivo o l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti”. Quindi il fallimento Marcolana di Prato può aver consigliato la sostituzione dell’amministratore unico? Ci auguriamo, per senso di responsabilità, che questo intrigo che si annida nella annosa vicenda della ex Mabro possa trovare una soluzione quanto prima, affinché possa tornare il sereno nella nostra città».