di Barbara Farnetani
GROSSETO – Si sono avvicinati armati di una mazza da baseball, un coltello butterfly e una pistola. E non hanno esitato ad usare nessuna delle armi che si erano portati dietro. È stata una sorta di caccia all’uomo, sulla strada della Trappola e sull’argine del fiume Ombrone. I due aggressori sono arrivati a bordo di un’auto e di uno scooter, verso le 20 di venerdi sera, si sono avvicinati ai due uomini che forse li stavano aspettando, forse per spiegarsi, o in una sorta di regolamento di conti. Gli aggressori hanno iniziato a colpire alla cieca, ferendo uno dei due ad una mano con una coltellata molto profonda e colpendo entrambi con la mazza da baseball. Poi hanno estratto una pistola e hanno sparato. Uno è scappato immediatamente, l’altro ha fermato un’auto per chiedere aiuto.
È stata una notte concitata quella tra venerdi e sabato. Il 118, giunto sul posto, ha avvertito l’ufficio volanti della polizia dell’aggressione subita da un uomo nella zona della Trappola. L’uomo è stato trasportato al pronto soccorso, dopo circa 40 minuti un’altra chiamata, dallo stesso luogo. Il secondo uomo, quello fuggito per la paura, era ritornato sui suoi passi cercando il cellulare perduto e, dolorante per le ferite, aveva chiesto aiuto. Entrambi sono stati sentiti separatamente dagli uomini della Polizia e hanno confermato la medesima storia: si trovavano sulla strada della Trappola quando sono sopraggiunti due uomini, due tunisini, come anche tunisini sono le vittime. I due aggressori erano con una ragazza grossetana fidanzata di uno dei due. Della ragazza, 32 anni, che fa uso di stupefacenti, le vittime conoscevano solo il nome di battesimo.
Tanto è bastato alla squadra Mobile per risalire all’identità della giovane. Quando la polizia è giunta a casa della donna in casa con lei c’erano i due stranieri: uno, alla vista degli agenti, ha preso in mano la mazza ma ha desistito subito. Gli uomini della Questura hanno trovato, in bagno, il coltello, lavato e avvolto in un asciugamano, la mazza e 390 euro, una parte di quegli 800 euro rubati ai due aggrediti. Quanto alla pistola non si sa che fine abbia fatto, ma sul luogo dell’aggressione è stato rinvenuto un proiettile a salve calibro 9 inesploso. Quindi, visto che i due aggressori sono risultati negativi allo stub, la pistola potrebbe essere in realtà a salve. A complicare la vicenda, non semplice, un’auto che era stata vista girare ripetutamente in zona nel corso della serata. Rintracciato il proprietario ha confessato di essere lì per acquistare hashish da un o dei tunisini aggrediti, ma che si era allontanato dopo aver capito cosa era successo.
I due aggressori, di 26 e 35 anni, irregolari e già conosciuti alle forze dell’ordine per reati legati allo spaccio, sono stati arrestati con l’accusa di rapina aggravata e si trovano nel carcere di via Saffi. La ragazza è invece stata denunciata per concorso in rapina.