GROSSETO – Cresce ancora una volta il disappunto dei dipendenti della ex Mabro, al fronte degli ultimi accadimenti: «Dal nuovo amministratore di Abbigliamento Grosseto arriva finalmente una verità: non c’è l’intenzione di presentare richiesta per la Prodi bis – scrivono in un comunicato le Rsu della Cgil in rappresentanza di circa 150 lavoratrici -. E’ evidente che non c’è mai stata e ci chiediamo ancora come hanno fatto, in molti, a credere che il concordato preventivo fosse finalizzato ad avanzare, entro il 30 giugno, la procedura prevista dalla Prodi bis. Non esiste alcuna ragione perché le due procedure debbano stare insieme. Per il resto si rilevano i soliti roboanti propositi privi di ogni fondamento».
Emerge, quindi, tutta la frustrazione e la delusione per le vicende che interessano l’azienda grossetana: «Abbigliamento Grosseto non ha partecipato alla manifestazione di Pitti, ma ha allestito un piccolo locale di un albergo fiorentino – sostengono le Rsu -. Si può seguire questa strada perché il nome dell’azienda è tanto importante da non aver bisogno di confondersi con la concorrenza di livello inferiore, oppure perché non vi sono le risorse. Si sostiene l’esistenza di un private equity che dovrebbe garantire gli investimenti, ma si va con il cappello in mano in Regione Toscana a chiedere di intercedere presso il Monte dei Paschi per la riapertura della linea di credito perché mancano le risorse. Non sapendo, o facendo finta di non sapere, che con il concordato tutte le banche chiudono i rubinetti. Per il resto il nuovo amministratore unico Antonio Santoro dovrebbe ricordarsi che un piano industriale risulta credibile sole se vi sono indicate le risorse occorrenti e da dove queste vengono prese».
«E’ evidente che l’intenzione della misteriosa proprietà è di ripetere l’esperienza Marcolana, giungendo al fallimento alla fine dei 120 giorni del concordato e mettendo in pericolo il futuro del nostro lavoro – tuonano ancora dalla Rsu -. Grazie a Barontini abbiamo già perso il lavoro di una stagione, ora rischiamo per perderne un’altra. Facile comprendere che più si sta fuori dal settore, più diventa difficile riprendersi gli spazi e le commesse di lavoro. Ma del nostro futuro a lor signori, chiunque essi siano, interessa ben poco. Queste cose avremmo voluto dirle al nuovo amministratore – concludono -, ma il rinvio dell’incontro, senza data alternativa, ci fa pensare che il nuovo appuntamento si terrà in un futuro non troppo prossimo». Intanto l’istanza di fallimento presentata in tribunale dai circa 150 dipendenti, nei confronti di Abbigliamento Grosseto, verrà presa in esame dal giudice lunedì prossimo.