di Giulia Carri
LONDRA – “Perché ho paura che non torni mai”. Così ci canta il nostro inno popolare, canzone di un tempo in cui l’incertezza era tornare dalla Maremma, quando era solo un sogno, forse neanche immaginabile, lo splendore che la nostra terra sarebbe diventata. Poi la palude si è asciugata, l’identità fatta reale, il sole, la terra, i monti, le colline e il mare diventati patrimonio nazionale. Il mondo si è accorto della Maremma e la Maremma si è accorta di essere un gioiello nel mondo, dove esportiamo le nostre eccellenze enogastronomiche ed artigianali ed in cui abbiamo cominciato da tempo ad emigrare, a volte perché davvero siamo una terra amara, a volte solo per curiosità o piacere. Ed ecco che il senso della canzone dopo due secoli si ribalta, vive al passo con una realtà veloce, più ricca ma difficile, fatta di un fluire continuo in cui la paura non è più quella del non tornare dalla Maremma ma in Maremma. Sono molti i maremmani nel mondo, sparsi nei quattro continenti, dalle molteplici storie, per variegati motivi ma con un unico comune denominatore, quello dell’ identità delle proprie origini e dell’orgoglio per la bellezza della propria terra.
Partendo dalla Gran Bretagna, dalla cosmopolita Londra, siamo andati a cercarli per dare voce alle loro esperienze, perché è anche grazie a chi se ne è andato che la Maremma esiste agli occhi del mondo, è anche grazie a loro che gli odori, i sapori e la storia di questo territorio esiste al di là dei suoi confini. Un luogo è fatto della sua gente, l’unica in grado di tenere vive le sue tradizioni, e le storie dei tanti migranti di maremma, meritano di essere raccontate.
Ogni settimana la storia di un nostro conterraneo che vive fuori dall’Italia.