FOLLONICA – «Si è creato un caso che va oltre i confini di Follonica e quello che doveva essere un aiuto per due famiglie legate alla prematura scomparsa della bambina Donutsa si sta trasformando in un boomerang per la città». Il Psi interviene sulla vicenda del campo rom dicendo che «si sta sortendo l’effetto contrario rispetto a quello desiderato dai tanti follonichesi che non vedono, giustamente, di buon occhio la creazione di un campo rom in città».
«I riflettori ormai sono accesi: girando per Follonica e soprattutto percorrendo le strade della zona industriale in alcune ore del giorno si ha la sensazione che il numero dei caravan sia un po’ aumentato – prosegue il Psi -. Ciò non costituisce un grido da allarme ma una segnalazione per la quale chiediamo gli opportuni controlli. Inoltre, è inammissibile che una città che da sempre e storicamente accoglie pacificamente tutti sia stata tacciata di razzismo. Chiediamo pertanto che l’amministrazione comunale intervenga stigmatizzando tali accuse».
«Chiediamo altresì una “contro delibera” che delimiti meglio i confini del contributo offerto e che – prosegue il Psi – delinei meglio il fatto che le due famiglie oggetto di aiuti oramai vivono da anni a Follonica e che nella stessa non venga utilizzata la parola “campo”. Follonica non può permettersi, soprattutto in questa fase di disagio sociale ed economico, un allargamento di insediamenti rom in città. Un consiglio comunale aperto è lo strumento utile per fugare ogni dubbio e fare chiarezza su una questione che rischia di sfuggire di mano».