GROSSETO – La proposta di modifica, nello specifico, riguardava l’articolo 1, con la richiesta di formalizzare il legame storico della provincia di Grosseto con la Fondazione, inserendo un riferimento al “Monte dei Paschi fondato, nel 1472 con le terre di Maremma, secondo quanto testimoniato dal primo Statuto della Dogana dei Paschi del 1419″. Questo documento, conservato all’archivio di Stato di Siena, riporta che per lo sfruttamento dei terreni adibiti a pascolo, prevalentemente ubicati in Maremma, venne approntato un sistema di tariffe amministrato dalla dogana dei paschi, e che una parte di queste entrate confluiva al Monte dei Paschi. C’era poi l’articolo 3 che fa riferimento al sostegno della Fondazione di programmi e progetti del Comune e della Provincia di Siena, i rappresentanti dei 3 Enti grossetani, chiedevano di aggiungere come territorio di riferimento quello della provincia di Grosseto. All’articolo 7, invece, veniva avanzata la proposta di ampliare la composizione della deputazione generale portandola da 16 a 18 membri, con l’inserimento di due rappresentanti del territorio grossetano, uno nominato da Provincia e Comune di Grosseto e l’altro dalla Camera di Commercio di Grosseto. Infine all’articolo 9 si condivideva la diminuzione dei componenti della deputazione amministratrice che dovrebbero passare da 6 (più il presidente della Fondazione) a 4 (più il presidente della Fondazione), con la richiesta, tuttavia, di diminuire, in proporzione, i membri che devono risiedere, per statuto, nel comune o nella provincia di Siena, e che dovrebbero passare da 3 a 2.
Proposte di modifica ignorate dal Monte dei Paschi e che fanno aumentare la rabbia delle istituzioni grossetane: «La scelta delle Istituzioni senesi di non rappresentare quelle grossetane negli organi di governo della Fondazione del Monte dei Paschi e di escludere finanziamenti statutari a questo territorio è un atto gravissimo e pregiudiziale di ostilità; ingiustificabile sia sotto il profilo economico che politico. Atto che consideriamo irricevibile e che, una volta approvato il nuovo statuto della Fondazione, avrà come conseguenza il ricorso per via giurisdizionale. Questa vicenda lascia l’amaro in bocca anche per come è stata gestita, dal momento che è stata la stessa Fondazione senese a sollecitare il contributo delle istituzioni maremmane rispetto alla revisione dello statuto. Tanto che lo scorso 19 aprile Provincia, Camera di commercio e Comune di Grosseto hanno presentato in modo congiunto le proprie proposte di modifica, tenendo conto del legame storico fra la realtà senese e quella grossetana. Che risale allo Statuto della Dogana dei Paschi del 1419. In termini politici ed economici, riteniamo che Siena stia commettendo un errore strategico madornale all’insegna della chiusura entro le proprie mura, in un’autoconservazione identitaria che peraltro ha già prodotto esiti disastrosi, come ha messo in evidenza la vicenda di Banca Mps. Con questa scelta incomprensibile si rescinde totalmente un legame storico tra due territori che hanno avuto e sono destinati ad avere molto in comune anche in futuro. Oltretutto – concludono Marras, Lamioni e Bonifazi – si sottovaluta colpevolmente il potenziale della provincia di Grosseto, che nei prossimi anni, con il completamento della Due Mari e del Corridoio tirrenico, avrà significativi margini di sviluppo e crescita economica».