di Daniele Reali
GAVORRANO – Massimo Borghi è il candidato a sindaco della lista “Centrosinistra per Borghi Sindaco – Gavorrano Bene Comune”, sostenuta dalla coalizione di Sel, Verdi e Comitato cittadino Gente Comune. Ha 57 anni e in passato oltre a ricoprire la carica di presidente del consiglio provinciale è stato per due mandati parziali sindaco di Gavorrano. A lui, come agli altri due candidati in corsa per la carica di sindaco di Gavorrano, abbiamo rivolto una serie di domande in vista del voto del 26 e 27 maggio prossimi.
Come sta vivendo questa campagna elettorale?
Con grande serenità e con le abitudini di sempre, con il contatto stretto con la gente. Vado nelle case, nei poderi, faccio gli incontri pubblici nelle frazioni. Come si dice in questi casi una campagna elettorale “all’antica”.
Come deve essere per lei un sindaco?
Un sindaco deve essere libero: la cosa più importante è che sia libero dai condizionamenti delle segreterie dei partiti e poi deve essere aperto al dialogo con i cittadini e che favorisca la partecipazione. Poi deve anche saper risolvere i problemi. Il sindaco deve avere cuore e deve avere una visione generale del mondo.
Quali sono le tre priorità del suo programma elettorale?
La prima priorità è sviluppare a fondo la partecipazione diretta dei cittadini, partecipazione intesa come governo dei cittadini. Poi ci sono altre priorità: la coesione della comunità e lo sviluppo economico che significa anche lavoro e investimenti. In particolare dobbiamo favorire gli investimenti privati a far insediare nel nostro comune nuove attività. Un’azione positiva come è stata fatta con gli 80 posti letto previsti per gli alberghi rurali. Legato poi allo sviluppo economico ci sono alcune varianti al regolamento urbanistico per favorire le aziende artigiane.
Quale sarà il primo provvedimento che farà se dovesse vincere le elezioni?
Nel primo consiglio utile approveremo il regolamento dei forum della partecipazione, il regolamento delle aree Pip e daremo il via libera al piano di recupero del villaggio minerario di Ravi Marchi. Tre progetti che si possono far partire subito e che rappresentano l’eredità del programma che avevo scritto per la passata legislatura.
Ha già pensato alla sua squadra di governo, ha già in testa qualche nome?
Nella mia lista ci sono dieci candidati in grado tutti di fare gli assessori. Per quanto riguarda l’assessore esterno io ho avuto con me nelle due precedenti esperienze l’assessore Gianfranco Mazzi. Se lui se la sente io non ho nessun problema a sceglierlo anche per i prossimi cinque anni.
Parco Minerario: che posto deve avere nel presente e nel futuro di Gavorrano?
Per Gavorrano è una questione fondamentale. Io però sono preoccupato, vorrei che chi dirige il parco dicesse la verità ai cittadini e dicesse che il parco tra un anno chiude se non arrivano i soldi dal ministero. I comuni non si potranno sostituire al ministero. Io in passato proposi la fondazione, un ente pubblico privato con dentro la regione e per esempio il sistema bancario. Altrimenti qualcuno ci dica come intende mandarlo avanti. Per l’idea che io ho di parco bisogna che il luogo sia vissuto dalla comunità: oggi invece per come è stato pensato è un “non luogo”. Il progetto di spostare il comune ai Bagnetti ad esempio è un segnale di grande attenzione per il parco, perché il palazzo comunale è il luogo cardine della vita civica, amministrativa e politica di Gavorrano.
L’autonomia degli enti locali è già molto ridotta, i margini di manovra sono strettissimi. Sul fronte delle tasse che tipo di politica fiscale intende attuare?
Sull’Imu attendiamo quello che farà il governo in questi giorni, mentre sono favorevole ad una rimodulazione sulla tassa di soggiorno.
Infrastrutture. Autostrada: sì o no?
La mia posizione è nota: sono contro a questo tipo di infrastruttura. Per Gavorrano sarebbe una situazione insostenibile perché la “vecchia Aurelia” tornerebbe ad alta densità di traffico. Contesto anche il progetto sul piano tecnico perché la corsia di emergenza non sarà realizzata su tutto il tracciato e poi perché l’attuale variante è un bene pubblico e la dovremmo “regalare” dopo averla pagata come cittadini. A Gavorrano poi si presenterà anche il problema dell’accesso ai poderi.
Costi della politica: lei è favorevole all’abolizione delle province? E nel caso di una riorganizzazione degli enti locali come giudica l’ipotesi di una fusione tra i comuni delle Colline Metallifere o comunque tra più comuni?
Sono nettamente contrario all’abolizione delle province perché conosco le competenze della provincia e penso che per Grosseto il ruolo della provincia è essenziale. Potevano essere abolite le province delle città metropolitane, ma non le altre. Se si vogliono toccare i costi della politica si può iniziare dal parlamento e “chiudere” il Senato. Sulla questione della fusione dei comuni sono d’accordo per continuare il percorso sull’unione dei comuni ragionando con Scarlino e anche con Follonica. Nel futuro credo ad un grande comune di 45 mila abitanti con Scarlino, Follonica e Castiglione della Pescaia. Per la fusione oggi i tempi sono forse prematuri, la faranno magari i nostri figli.
Futuro e sviluppo: qual è la sua idea per rilanciare il territorio?
L’idea è quella del teleriscaldamento e dello sfruttamento delle acque calde a fini energetici insieme allo sviluppo delle rinnovabili e della green economy.
Ultima domanda: come la vede Gavorrano nel 2018, tra cinque anni?
Io vedo un comune con una nuova classe dirigente, cresciuta e matura, competente e fuori dai giochetti della politica: un comune che avrà superato tutte le divisioni del passato e che sarà capace di camminare con le proprie gambe e con le proprie risorse umane.
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