ROCCALBEGNA – «Una cosa è certa, così non è materialmente possibile continuare». Il direttore di Coldiretti Grosseto, Alessandro Corsini, interviene sull’emergenza predatori che sta letteralmente mettendo in ginocchio il settore agri-pastorale in Maremma. «Ad un prezzo del latte all’origine che mal riesce a remunerare gli allevatori – spiega Corsini – si devono aggiungere i continui e consistenti danni aziendali provocati dalle predazioni. Tutto questo mette a rischio la sopravvivenza dei pochi allevamenti che hanno resistito ad anni di crisi, con il conseguente abbandono di un’attività tradizionale del territorio montano e collinare. Mi chiedo cosa accadrà, in una Maremma colpita da frequenti alluvioni, quando il territorio aperto dell’Amiata non sarà più mantenuto e presidiato dai pastori».
E proprio sull’Amiata, a Roccalbegna, Coldiretti ha avviato ieri una serie di incontri con gli agricoltori, allo scopo di contribuire alla soluzione dell’emergenza. Gli allevatori si mostrano esasperati da una situazione, che perdura da oltre dieci anni: «siamo ormai noi la specie da proteggere e la biodiversità da conservare», ha sbottato uno degli intervenuti all’assemblea, che ha ricordato come in quel territorio, dal 97 ad oggi, siano oltre 200 gli allevamenti costretti a cessare l’attività. Nel corso dell’incontro è emerso come dai primi gravi fenomeni di predazione nei confronti di allevamenti, la situazione permanga invariata e si riproponga con tutta la sua drammaticità, tanto da palesare il definitivo abbandono della pastorizia. Il dato che mostra l’aggravarsi del fenomeno è rappresentato dal fatto che mentre negli anni 1998 – 2001 gli attacchi furono circoscritti ai territori della Comunità Montana dell’Amiata, e al comune di Scansano, oggi interessino l’intero territorio provinciale.
«Associazioni di categoria e istituzioni debbono affrontare la questione laicamente e senza pregiudizi ideologici – ha detto Corsini – e in questo senso registriamo con interesse le dichiarazioni del neoeletto presidente della Commissione agricoltura della Camera, Sani, che assieme all’altra parlamentare maremmana, Faenzi, ha manifestato l’intento di impegnarsi nella redazione di una nuova normativa in materia di “contenimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche”. Da parte nostra – conclude il direttore di Coldiretti – ci mettiamo a disposizione del territorio al fine di raggiungere una soluzione soddisfacente per tutti. Non a caso Coldiretti partecipa ad un progetto Life della Comunità Europea, che si propone, tra le altre cose, di contribuire a ridurre i punti di attrito tra le esigenze di tutelare l’attività pastorale e le specie protette».