di Daniele Reali
FOLLONICA – Non si arrendono e sono pronti alla mobilitazione i 22 membri del Comitato Parco Canile. Dopo aver lanciato la petizione contro la nuova struttura che sarà inaugurata il prossimo 16 maggio a Scarlino nella zona industriale della Botte, i rappresentanti del comitato non escludono di intraprendere azioni legali contro quello che era stato già ribattezzato come il “canile Guantanamo”. Una battaglia giudiziaria che potrebbe iniziare ancora prima dell’effettiva apertura del canile, visto che il bando per la gestione della struttura deve essere ancora presentato (nella foto alcuni attivisti del Comitato Parco Canile).
In tre giorni, come spiegano dal comitato, «sono state raccolte più di 2.000 firme e questo ci stimola ad andare avanti anche con azioni legali». «Le firme che abbiamo raccolto sono molte – ci dice Roberto Zappa, uno degli attivisti del comitato – e ci responsabilizzano anche per il fatto che questo è un problema “trasversale” e molto sentito dalla popolazione. Non faremo però nessuna manifestazione di piazza, niente striscioni e niente confusione. Se vogliamo inaugurare il canile lo facciano pure, ma lo facciano da soli».
La volontà del comitato è quella di iniziare un percorso di legalità che vada affondo rispetto a quelle che sono le normative per capire se tutto sia stato rispettato e per quale motivo si è scelto di investire su una nuova struttura con un investimento molto importante invece di valorizzare il canile già esistente.
Il canile comprensoriale è stato realizzato dai comuni di Follonica, Gavorrano e Scarlino. Con l’apertura della struttura della Botte sarà chiusa quella che ha funzionato fino ad oggi in località Martellino. Il comitato vorrebbe invece che il “vecchio” canile rimanesse aperto e che «la struttura nella zona industriale di Scarlino fosse adibita esclusivamente a Canile Sanitario e quindi a soggiorno temporaneo dei cani randagi».
Le prossime mosse del comitato prevedono la consegna delle firme ai sindaci dei tre comuni: nei prossimi giorni gli attivisti registreranno all’ufficio protocollo dei tre municipi la petizione, chiedendo che la questione venga affrontata in consiglio comunale.
All’iniziativa del comitato hanno dato il loro sostegno anche il Movimento 5 Stelle di Follonica e Scarlino, la Lav, l’associazione Librando, l’associazione Maremma Randagia e l’Enpa della regione Toscana.