di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Non si placano gli animi alla Mabro, le giornate di tensione si susseguono, una dietro l’altra. La notizia del via libera del giudice al concordato in bianco presentato da Barontini, ieri ha fatto aumentare la rabbia dei dipendenti che questa mattina hanno nuovamente fatto irruzione in azienda. All’arrivo dell’auto di Barontini, il cancello aziendale si è aperto, consentendo l’ingresso di coloro ritenuti fuori dalla lista, ovvero l’elenco che i vigilantes privati hanno ricevuto dalla proprietà per decidere chi deve entrare e chi deve starsene fuori. Urla e fischi di disapprovazione all’indirizzo di Andrea Barontini, l’imprenditore pratese che sta attirando su di se un’indignazione crescente. Dopo la diretta su La7, del caso Mabro si sta occupando anche la Rai, le telecamere sono schierate per riprendere uno speciale che andrà in onda venerdì prossimo alle 23, nel corso di Tv7, su Rai1. Non è da escludere che nei prossimi giorni, altri network nazionali si occupino della vicenda.
Le istituzioni, intanto, provano a fare la loro parte. Un incontro con i dipendenti della Mabro, ai cancelli dell’azienda per verificare quali siano le soluzioni migliori da adottare sul piano parlamentare, al fine di far uscire dalla crisi i lavoratori dell’azienda d’abbigliamento grossetana, è quanto si appresta a compiere l’onorevole Marisa Nicchi, deputata di Sinistra Ecologia e Libertà alla Camera questo pomeriggio alle 17.30. Insieme a lei, ci saranno il coordinatore provinciale di Sel Flavio Agresti, il coordinatore comunale di Sel Flavio Tattarini e alcuni membri del partito locale. «Riconfermiamo la solidarietà e la partecipazione di Sel alla giusta delle operaie, che adesso rischiano col concordato di rimanere ancora per mesi senza stipendio».
Solidarietà arriva anche dal gruppo di maggioranza in Consiglio comunale di Grosseto che ribadisce come il concordato in bianco sia manovra in accettabile a pochi giorni dall’incontro in Regione. I consiglieri comunali del centrosinistra (Pd, Psi, Idv, Api/Udc e Grosseto insieme), chiedono che la Regione intervenga una volta per tutte con nettezza su questa vicenda. «Il destino della ex Mabro non riguarda solamente centinaia di famiglie che aspettano da mesi dei soldi che sono loro dovuti – dichiarano compatti -, ma l’intera città che non vuole perdere una fabbrica che fa parte della sua stessa storia. Non è più pensabile di lasciare decisioni tanto importanti ad un gruppo di dirigenti che ogni giorno di più ha mostrato disinteresse rispetto alle sorti dell’azienda che avrebbe dovuto salvare».
Domani, quindi, è atteso il confronto in Regione tra istituzioni e proprietà. Venerdì alle 14, invece, i lavoratori di Abbigliamento Grosseto sono convocati a palazzo Aldobrandeschi per conoscere l’esito dell’incontro.