di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Ho creduto che fosse la mia vicina di casa, per questo ho aperto la porta, ma appena l’ho fatto lui è entrato e ha iniziato a rovistrare ovunque». È ancora sconvolta l’anziana mentre racconta l’accaduto. La donna si trovava nel suo appartamento quando ha sentito scendere le scale. Quando lui ha bussato ha aperto. Un ragazzone alto, di una trentina d’anni, campano, così lo descrive. Lui non ha aspettato di essere invitato, si è introdotto in casa e ha iniziato ad entrare in tutte le stanze, aprendo le porte e rovistando in giro. Incurante della propteste dell’anziana. Poi le ha chiesto un bicchiere d’acqua. Solo una scusa per distrarre la donna che per fare il bucato si era tolta un anello e una croce e li aveva appoggiati sulla credenza. Lui li ha arraffati, ha bevuto l’acqua e se ne è andato. Solo dopo la derubata si è accorta del furto «Sono ancora sconvolta» racconta.
Ma l’anziana non è l’unica vittima del ladro, proprio la vicina, che abita al piano superiore, era stata appena visitata dall’uomo. Anche in questo caso lui si era introdotto in casa, e aveva iniziato a frugare in tutte le stanze. La donna aveva cercato di mandarlo via, ma senza gridare per non spaventare il marito malato. Lui si era anche ruzzolato per terra pur di non essere cacciato di casa, poi durante la sua sceneggiata, aveva visto collanine e preziosi, li aveva agguantati ed era uscito per mettere a segno il secondo colpo nello stesso palazzo. «Non è per il valore delle cose, per quanto il crocifisso è un simbolo e ci tenevo particolarmente – afferma una delle anziane derubate – è che mi sono sentita violata, indifesa. Avevo quest’omone dentro casa, non sapevo come cacciarlo. Mi sono sentita insicura e vulnerabile proprio dentro casa mia».