di Barbara Farnetani
MONTE ARGENTARIO – La gelateria Le Rose non dovrà più essere demolita. Il Consiglio di Stato ha infatti dato ragione ai proprietari, assistiti dall’avvocato Edoardo Brusco, e torto al comune dell’Argentario che, nella guerra contro i casottini, aveva chiesto la rimessa in pristino per mancanza del permesso a costruire con relativa demolizione del manufatto che si trova su piazzale Candi, dall’altra parte della strada rispetto a dove arrivano i traghetti. Se in un primo momento il Tar della Toscana aveva dato ragione al comune, così non è stato per il Consiglio di Stato, che prima ha concesso la sospensiva, e poi ha riformato la sentenza del Tar.
Secondo il Consiglio di Stato, infatti, il tempo trascorso (la struttura esiste dal 1982) e le successive autorizzazioni demaniali concesse sia dalla stessa amministrazione comunale che dalla Capitaneria di Porto, hanno indotto nei titolari “un ragionevole affidamento”, come si legge nella sentenza, ossia la convinzione, in uona fede, che di fatto tutto fosse in regola. «Pur condividendo il principio giurisprudenziale assolutamente consolidato, che assume gli abusi edilizi come illeciti permanenti, e, quindi, l’imprescrittibilità del relativo potere sanzionatorio – prosegue la sentenza -, il collegio non può non rilevare che le evidenziate particolarità avrebbero imposto all’amministrazione uno specifico onere di motivare le ragioni, diverse dal mero ripristino della legalità e prevalenti rispetto al contrapposto interesse privato, che avrebbero militato in favore della demolizione dei manufatti».
La sentenza, definitiva, potrebbe fare da precedente anche per altre situazioni simili, in cui il Tar aveva dato ragione al sindaco Arturo Cerulli nella demolizione di altre strutture simili, come nel caso delle biglietterie. Anche se c’è da operare un distinguo: in alcuni casi l’ordine a demolire non era motivato dalla mancanza di permesso a costruire ma per “un interesse pubblico” superiore a liberare l’area demaniale.